"Il bacio" bronzeo di Morlin accolto con entusiasmo: perciò ha deciso di donarlo al municipio

"Il bacio" di Morlin, qui con Francesca Cavallin
ASOLO/BASSANO - Un bacio in più. Di questi tempi ce n'è grande bisogno, di baci. E lo scultore bassanese, meglio novese, Severino Morlin, ne è diventato...

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ASOLO/BASSANO - Un bacio in più. Di questi tempi ce n'è grande bisogno, di baci. E lo scultore bassanese, meglio novese, Severino Morlin, ne è diventato uno specialista. Dopo "Il bacio" al Ponte Vecchio di Bassano, la scultura che immortala un bacio di alpino alla sua bella vicino al manufatto dedicato alle penne nere, ecco ancora "Il bacio", stavolta più sensuale che mai, tra due innamorati seduti su una panchina, lei piuttosti discinta, come è nelle stampe e nelle pitture di Severino che ha spesso ritratto il corpo femminile, con le sue bellezze naturali.

Ora "Il bacio" sulla panchina, anch'esso una scultura in bronzo, diventa patrimonio della città di Asolo.  Anche se era destinato in un primo tempo al Giappone. E come mai? Semplice, l'opera di Morlin è stata tra le protagoniste della mostra "Un bacio ancora", nella città della Rocca e della Duse, realizzata dai curatori Enrica Feltracco e Massimiliano Sabbion con i lavori di oltre 40 artisti selezionati, ed ha riscosso notevole successo.

La mostra dedicata al gesto più universale, emozionale, passionale, sentimentale, amichevole, seducente del mondo, ha sedotto la cittadina d'arte trevigiana. E dopo la mostra, tutto soddisfatto, l'ormai 88enne artista, ma sempre iperattivo nel suo atelier di via Segavecchia a Crosara di Nove, ha deciso di lasciare il suo bronzo ad Asolo, donandolo alla città. Che lo ha adottato in municipio.

Severino Morlin è un artista a tutto tondo. Nato come ceramista a Nove, studioso all'Accademia, per decenni imprenditore di successo  con la moglie Maria nella ceramica, in cui inserì un ciclo completamente innovativo dedicato al figurativo, tradizione tuttora portata avanti dalla famiglia, con i figli Diego, architetto, e Luca,da qualche decennio ha legato il suo itinerario personale alla vita d'artista al 100%, dedicandosi ai ritratti, centinaia quelli eseguiti, alle scultura in gres e in bronzo, sempre con attenzione alla ritrattistica e alle figure. Le sue opere sono in mezzo mondo, arrivano a commissionargliele anche da oltre Oceano. «Fare arte è sempre un fatto sociale - spiegava già negli anni 90 - e la mia arte la considero figurativa, espressiva, lirica. Un amalgama di materia, colore, e di poesia». E da allora è sempre fedele a questo cliché che lo rende un po' testimone del suo tempo, artista attento a non farsi distrarre dai mezzi di comunicazione di massa esprimendo il proprio "io". Un compito difficile, ma che lui incarna sempre allo stesso modo con coerenza.

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Il Gazzettino