FIUME VENETO (Pordenone) - Finisce agli arresti domiciliari col braccialetto elettronico un ragazzo di 25 anni di Fiume Veneto che da molto tempo tormenta pesantemente una donna...
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Agli arresti domiciliari
I militari hanno eseguito una ordinanza di aggravamento della misura cautelare del divieto di avvicinamento con quella degli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale di Pordenone, Monica Biasutti. Il 25enne, un pluripregiudicato, era già sottoposto infatti alla misura di prevenzione dell'avviso orale. Il ragazzo è stato portato nella sua casa di Fiume Veneto, agli arresti domiciliari.
Prima al centro antiviolenza
Tutto inizia nel mese di agosto del 2016 quando la donna si rivolge disperata a un centro antiviolenza di Pordenone, il centro Voce Donna, chiedendo aiuto: racconta con dolore del periodo di convivenza col 25enne, caratterizzato da continue sopraffazioni e vessazioni che sono andate avanti fino al mese di aprile dello scorso anno.
Tronca la relazione
In quella primavera, esasperata, lei tronca la relazione ma lui non accetta la fine del rapporto sentimentale e inizia a tormentarla in ogni maniera, anche di fronte ai figli minorenni. Teme per la sua vita, per quella dei bambini, viene colta da continui stati di ansia e la sua vita cambia. In agosto si rivolge ai carabinieri della stazione di Sacile e racconta quello che le sta succedendo.
Minacce e continue aggressioni
Viene continuamente aggredita, massacrata di telefonate, anche di notte, sia al telefono fisso che al quello cellulare. Nel mirino del 25enne finiscono pure i genitori di lei. Una vita impossibile, a casa e sul posto di lavoro: il 25enne arriva a spacciarsi per corriere pur di incontrarla mentre è intenta nella sua occupazione. Si apposta in ogni luogo in cui la donna passa. Un incubo costante. Lo confermano anche amici, parenti e vicini di casa: pure loro, chiamati a testimoniare, vengono tormentati e minacciati.
Prossimo passo il carcere
L'uomo viene convocato in caserma dai carabinieri ma non serve a nulla: il suo atteggiamento è di sfida, non teme le divise, non ha paura di essere denunciato e continua con gli atti persecutori. Per questo il 7 novembre del 2017 il gip emette la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla donna ma anche questo provvedimento non serve: si ripetono come prima le minacce gravi; le telefonate sono continue. A quel punto viene chiesta e ottenuta la misura cautelare degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Nel caso lo stalker 25enne persista nella sua condotta finirà in carcere. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino