Il caso Antonella Viola. I virologi che dissertano sul vino sono vittime della chiusura del palcoscenico regalato dal Covid

I virologi dissertano sul vino - Foto di Jill Wellington da Pixabay
Egregio Direttore, alcuni paesi del nord Europa, ad alto tasso alcolico, hanno cercato di danneggiare alcune nostre eccellenze, mi riferisco al nostro vino, considerato tra i...

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Egregio Direttore,
alcuni paesi del nord Europa, ad alto tasso alcolico, hanno cercato di danneggiare alcune nostre eccellenze, mi riferisco al nostro vino, considerato tra i migliori del mondo. Purtroppo ci sono personaggi nel nostro paese che fanno da megafono a favore dei detrattori che cercano di imporci le loro bibite e altre schifezze alimentari, come vermi, farina di grilli etc. Gentile Dottoressa Antonella Viola usi la sua competenza per dare dei buoni consigli, le faccio notare che tutto può far male se consumato esageratamente, ogni consumo di qualsiasi prodotto, è demandato al normale libero arbitrio di ognuno di noi. Un bicchiere di buon vino durante i pasti non credo assolutamente possa far male al cervello, io ne faccio uso da sempre, ovviamente in maniera morigerata, salvo in qualche rara occasione, non ha in alcun modo danneggiato il mio cervello, del resto nel mio corpo, è quello che mi funziona meglio e ho una certa età.


Ugo Doci


Caro lettore,


anche gli scienziati sono esseri umani. Con tutte le debolezze, le ansie, le ambizioni, le piccole e grandi vanità che ciascuno di noi ben conosce. Temo che Antonella Viola ne sia stata una vittima, forse anche un po' inconsapevole. Cerchiamo di capirla: è stata per mesi sul palcoscenico del Covid interpretando il ruolo di primattrice: Tv, social, giornali, libri. Non si è fatta mancare nulla. Era richiestissima anche in virtù di un eloquio più chiaro e comprensibile di quello utilizzato da tanti altri suoi colleghi. Ma la stagione del Covid, per nostra fortuna, è arrivata ai titoli di coda. Non è più un argomento che appassiona e che spinge all'insù gli indici di ascolto e di lettura. A poco a poco anche i virologi sono scomparsi dagli schermi e dalle prime pagine. Nessuno li chiama più, nessuno chiede più il loro autorevole parere. Qualcuno, capito che l'aria era cambiata o stava cambiando, si è tuffato in politica, qualcun altro se n'è fatto una ragione, alcuni cercano come possono di ritagliarsi qualche scampolo di visibilità. Potrei sbagliarmi, ma Antonella Viola rientra in questa categoria. Nulla di male o di scandaloso, per carità. Ma la sua uscita sul vino che anche a piccole dosi fa venire il cancro e, udite, udite, rimpicciolisce anche il cervello, sembra fatta apposta per suscitare clamore e per far parlare di sé. Non importa se Viola non è esattamente una studiosa di questa materia. Non importa se tra le molte fotografie che si possono trovare nell'etere alcune la ritraggono con il bicchiere in mano (ma non si è dichiarata astemia?). Non importa neppure se lo studio da cui ha tratto queste sue convinzioni sia stato considerato scarsamente attendibile dalla maggior parte degli esperti. Non importa nulla. L'importante era bucare il video, buttando alcol sul fuoco della polemica. C'è riuscita, niente da dire. Ma adesso voltiamo pagina. Lo show è finito.
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Il Gazzettino