Egregio Direttore,
Ugo Doci
Caro lettore,
anche gli scienziati sono esseri umani. Con tutte le debolezze, le ansie, le ambizioni, le piccole e grandi vanità che ciascuno di noi ben conosce. Temo che Antonella Viola ne sia stata una vittima, forse anche un po' inconsapevole. Cerchiamo di capirla: è stata per mesi sul palcoscenico del Covid interpretando il ruolo di primattrice: Tv, social, giornali, libri. Non si è fatta mancare nulla. Era richiestissima anche in virtù di un eloquio più chiaro e comprensibile di quello utilizzato da tanti altri suoi colleghi. Ma la stagione del Covid, per nostra fortuna, è arrivata ai titoli di coda. Non è più un argomento che appassiona e che spinge all'insù gli indici di ascolto e di lettura. A poco a poco anche i virologi sono scomparsi dagli schermi e dalle prime pagine. Nessuno li chiama più, nessuno chiede più il loro autorevole parere. Qualcuno, capito che l'aria era cambiata o stava cambiando, si è tuffato in politica, qualcun altro se n'è fatto una ragione, alcuni cercano come possono di ritagliarsi qualche scampolo di visibilità. Potrei sbagliarmi, ma Antonella Viola rientra in questa categoria. Nulla di male o di scandaloso, per carità. Ma la sua uscita sul vino che anche a piccole dosi fa venire il cancro e, udite, udite, rimpicciolisce anche il cervello, sembra fatta apposta per suscitare clamore e per far parlare di sé. Non importa se Viola non è esattamente una studiosa di questa materia. Non importa se tra le molte fotografie che si possono trovare nell'etere alcune la ritraggono con il bicchiere in mano (ma non si è dichiarata astemia?). Non importa neppure se lo studio da cui ha tratto queste sue convinzioni sia stato considerato scarsamente attendibile dalla maggior parte degli esperti. Non importa nulla. L'importante era bucare il video, buttando alcol sul fuoco della polemica. C'è riuscita, niente da dire. Ma adesso voltiamo pagina. Lo show è finito.
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