Infrastrutture digitali, Viterbo maglia nera nel Lazio.
Nel complesso, il Lazio risulta tra le regioni in cui il ritardo tecnologico è maggiore, in una classifica comunque disomogenea in cui non emerge un’evidente spaccatura tra nord e sud ma risultano in difficoltà anche aree del nord est, con 3 province in quarta fascia e una, Viterbo, in quinta.
Un affanno che certifica i problemi del territorio e la lentezza nel raccogliere le sfide a lungo termine, con il rischio di vedere aumentare il gap con il resto del Paese, essere meno attrattiva per capitali e imprenditori e scivolare ai margini del mercato. Il motivo di una preoccupazione legittima è nell’analisi stessa che non si basa su un solo criterio ma prende in considerazione un set di 30 indicatori, classificati in 3 differenti categorie. Connettività fissa, connettività mobile e wi-fi, tecnologie IoT (“internet delle cose”). Gli indicatori prendono quindi in considerazione sia le tecnologie più mature (Adsl, Lte), sia quelle più avanzate (Ftth, 5G) pesando però in maniera significativamente superiore queste ultime, elementi fondamentali per la crescita del Paese e delle sue filiere produttive.
A parziale difesa del territorio la sua vocazione agricola. Le filiere meno infrastrutturate sono infatti l’Agrifood ed il Retail Food. Mentre più solide sono technology & telco e media & entertainment nelle quali pesa fortemente la alta concentrazione dei territori metropolitani. Una risposta e un sostegno potrebbero arrivare dal Recovery Fund e dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza con investimenti mirati non solo su banda ultralarga e 5G, ma anche cloud computing, reti IoT e sensoristica.