Maxi incendio, ultimi focolai. Fuochi
accesi in più zone: divieto di botti
«Sanzioni e denunce alla Procura»

Mercoledì 30 Dicembre 2015 di Stefania Longhini
Maxi incendio, ultimi focolai. Fuochi accesi in più zone: divieto di botti «Sanzioni e denunce alla Procura»

ASIAGO - Continuano nella zona tra Cima Larici e Portule le operazioni di spegnimento dell’incendio ieri circoscritto e tenuto sotto controllo. Oltre che sul Portule i pompieri hanno avuto un gran da fare in questi giorni anche per altri roghi, senz’altro meno importanti, ma pur sempre pericolosi, in diverse zone: Monte Rasta a Camporovere, Turcio, ad Asiago in contrada Val Longhini e al Kaberlaba, i in Val di Nos a Gallio.

L’amministrazione comunale di Asiago ha ringraziato le Forze dell’ordine che in questi giorni hanno operato in Altopiano in particolare gli agenti del Corpo Forestale ed i Vigili del Fuoco, nonché i volontari della Protezione Civile: “Asiago – scrive il sindaco - ringrazia il presidente delle Regione Veneto, Luca Zaia ed i consiglieri regionali Roberto Ciambetti e Nicola Finco per il diretto interessamento nel coinvolgimento dei mezzi aerei spegni fuoco. In questo momento, l’Amministrazione Comunale di Asiago è a fianco delle Forze dell’Ordine nell’individuazione dei responsabili di questi ignobili gesti invocando la collaborazione dei cittadini affinché possano fornire informazioni utili all’esito delle indagini. Tale incendio è stato di tali dimensioni che avrebbe potuto propagarsi nel bosco originario di proprietà del Comune di Asiago, quello, per intendersi, rimasto integro durante i bombardamenti della Prima Guerra Mondiale, con danni irreversibili al nostro patrimonio”.

Il sindaco di Asiago, dopo l’incendio del Portule, ha immediatamente emanato un’ordinanza che prevede gravi sanzioni pecuniarie a chiunque accenda fuochi in zone boschive e pascoli, ciò al fine di evitare situazioni di grave pericolo per l’incolumità pubblica e l’integrità dei delicati equilibri ambientali di tutto il territorio. Chiunque violerà l’ordinanza verrà immediatamente sanzionato e denunciato alla Procura della Repubblica di Vicenza per il reato d’ incendio.

“L’ordinanza – sottolinea Roberto Rigoni Stern – che vieta i fuochi di qualsiasi genere, anche quelli d’artificio, verrà divulgata anche attraverso manifesti”. L’attenzione e l’allerta si spostano infatti sulla notte di San Silvestro con il timore che l’accensione e lo sparo di botti di qualsiasi possa provocare nuovi incendi. “Un’ordinanza di divieto di utilizzo di petardi, botti, fuochi pirotecnici e accensione fuochi su tutto il territorio comunale – informa il presidente dell’Unione Montana Antonella Corradin - è stata firmata, dopo lo stato d’allerta dichiarato dalla Protezione Civile e dalla Regione, da tutti i Comuni dell’Altopiano”.

Se il provvedimento va senz’altro apprezzato, c’è chi, attraverso i social network, ne critica la tardività e ne contesta il contenuto perché non si fa nessun riferimento, se non un piccolo accenno solo in quella di Gallio, al rispetto dovuto agli animali. “Fuochi d’artificio, petardi, razzi e mortaretti – scrive ad esempio Giuliano Dall’Olio da sempre attivo nell’Enpa - causano negli animali stati di paura e di terrore, di shock a volte irreversibile, con fughe per disperazione, con conseguenze a volte letali a causa di incidenti e investimenti, o anche solo con lo smarrimento dell’animale. Quando va bene, i cani recuperati devono poi essere portati nei canili ed è necessario attivare un iter per la restituzione ai proprietari”. “Va ricordato anche che – aggiunge poi Dall’Olio - tra i problemi causati dagli scoppi di botti e altre cretinate simili ci sono ferimenti più o meno gravi di persone (ogni anno ci scappa pure qualche morto), sia durante le “intelligenti” performance di chi li accende, sia a causa di petardi o razzi inesplosi che possono essere raccolti successivamente”.

Ultimo aggiornamento: 13:27