Una lapide per la Brigata Sassari
che 100 anni fa garantì Valstagna

Martedì 7 Giugno 2016 di Roberto Lazzarato
Valbrenta. Lapide Brigata Sassari

VALBRENTA - «Non barriere e muri tra Italia e Austria, ma dialogo e ponti per superare le differenze», è il monito del sindaco di Valstagna, Carlo Perli. Tra le molteplici iniziative nel centenario della Grande Guerra, il comune valligiano ha dedicato una lapide agli intrepidi sardi della «Brigata Sassari» che nel giugno 1916 furono «destinati a fermare il nemico dilagante sulle Melette, passando tra la popolazione implorante aiuto, qui a Valstagna, dimostrarono tutto l’orgoglio di essere Italiani».
 

 

Alla presenza delle autorità militari, civili e religiose, rappresentanti delle associazioni combattentistiche, del volontariato e delle scuole, e con l’intervento dell’on. Rosanna Filippin, si è svolta la cerimonia per l’inaugurazione della lapide posta nella facciata del municipio per ricordare l’intervento della Brigata Sassari, avvenimento illustrato dallo storico Ruggero Dal Molin. «Il sacrificio di quelle generazioni della «Brigata Sassari» contro il nemico austro-ungarico dilagante sull’altopiano di Asiago - ha ricordato Perli, - ha garantito l’unità del nostro Paese e trasmesso l’esempio di quanto ognuno di noi deve essere fiero di essere veneto, orgoglioso di essere italiano e di amare profondamente la nostra Patria». Il ricordo di un avvenimento drammatico che «ci ha insegnato a dover superare le divisioni, credere nel valore irriducibile di ogni persone e abbracciare il convincimento che facciamo parte di un’unica famiglia umana e per questo non vogliamo più guerre».

Uno sguardo anche a quanto sta accadendo in questi giorni, ricordando gli ideali che hanno portato alla nascita dell’Unione Europea. «Sarebbe drammaticamente ironico se proprio tra Italia, Austria, Ungheria e in generale, un secolo dopo la Grande Guerra, si concretizzassero muovi tipi di fratture o peggio muri e barriere a promuovere differenze. Le grandi sfide che abbiamo davanti si vincono costruendo ponti attraverso intese e dialogo, in un continente ricco di risorse culturali, economiche e sociali, dove uniti possiamo competere a livello globale».

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