Dalla Valbrenta al Canada, una storia
di emigrazione nelle lettere d'amore
Milano, la prima del film: vedi il trailer

Giovedì 10 Dicembre 2015 di Roberto Lazzarato
Revelstoke, un bacio nel vento

VALBRENTA - Una storia di emigrazione dalla Valbrenta al Canada, la ricerca delle proprie origini intrecciata al più grande fenomeno migratorio della storia contemporanea, è raccontata nel documentario “Revelstoke. Un bacio nel vento”, di Nicola Moruzzi (Schicchera Production) e presentata in anteprima nazionale, sabato 12, in concorso al Festival Internazionale del Documentario “Visioni dal mondo - Immagini dalla realtà”, a Milano.

Il trailer: "Un bacio nel vento"


Una storia di emigrazione, come quella vissuta da tre milioni di veneti tra il 1876 e il 1976, affiorata grazie alle lettere dimenticate in un cassetto, scritte dall’avo materno del regista, Angelo Conte, di Valstagna, emigrato in Canada nel 1913, per cercare lavoro all’estero, con la valigia di cartone, tante speranze ed il pensiero rivolto all’amata moglie Anna, incinta di sette mesi di Gigetta (nonna di Nicola). Un’avventura durata lo spazio di trenta mesi: nell’ottobre del 1915, infatti, i suoi sogni si spensero durante la costruzione del Connaught Tunnel, la galleria più lunga del Nord America, dove trovò la morte.

Dopo aver letto le lettere di Angelo - spiega Moruzzi - ho deciso di fare il suo stesso viaggio in compagnia di Irene, la mia compagna, partendo dall’Italia per arrivare a Vancouver, Kamloops, le Selkirk Mountains fino a Revelstoke, il luogo dove Angelo è sepolto”.

Le foto: dalla Valbrenta al Canada


“Com’è finito il mio bisnonno Angelo in Canada nel 1913? Cosa rimane di quell’avventura lontano da sua moglie e da sua figlia? A cosa pensava l’attimo in cui è morto? Queste sono le domande da cui sono partito e “Revelstoke. Un Bacio nel vento” è iniziato così: col desiderio di sapere e di raggiungere un punto lontano nello spazio e nel tempo. Quel punto è la sua tomba, su cui per cent’anni nessuno ha mai messo un fiore”.

Un viaggio, quello di Angelo, che parla di emigrazione, di solitudine, di distanze che anziché allontanare le persone, le unisce. Una storia comune a milioni di italiani che hanno lasciato il Paese per cercare fortuna all’estero, un passato dimenticato, “a cui dovremmo guardare con attenzione per interpretare il presente - ricorda il regista. - “Revelstoke. Un bacio nel vento” è la mia indagine sui sentimenti dietro a questi numeri. Perché attraverso i sentimenti ci confrontiamo col mondo e intraprendiamo il nostro intimo viaggio per cambiarlo”.

Ultimo aggiornamento: 18:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA