Villa del Balbianello, il gioiello del FAI sul Lago di Como

Mercoledì 22 Luglio 2020 di Maria Serena Patriarca
La Loggia della Villa del Balbianello

Il turismo estivo riparte, anche in Lombardia. E le ville sul lago di Como, in questi giorni più che mai, sono meta di coppie e famiglie non solo italiane ma anche francesi, tedesche, svizzere. Autentico connubio di arte e architettura dei giardini in posizione panoramica, oggi vi porteremo alla scoperta di un gioiello del FAI tra i fiori all’occhiello dell’area intorno al lago di Como, destinazione scelta anche da tanti vip del jet set internazionale per le vacanze, in residenze d'epoca da sogno.
 

 


Il nostro itinerario parte dalla Villa del Balbianello, che si può raggiungere con un tragitto davvero panoramico in taxi boat da Lenno, oppure in 20 minuti di sentiero a piedi attraverso il bosco che la circonda nell’entroterra. La Villa, e la Loggia, nel corso della storia meta di artisti, scrittori, letterati e patrioti del calibro di Silvio Pellico, risalgono a fine Settecento, quando il cardinal Durini acquistò la romantica penisola lacustre sul Lago di Como, detta punta di Lavedo, per costruirvi una dimora di villeggiatura e svago letterario in posizione riservata e tranquilla.

La location fino ad allora aveva ospitato solo un piccolo centro francescano del XVI secolo, la cui chiesetta oggi è diventata il bookshop della Villa. Fu durante il periodo di proprietà di Giuseppe e Costanza Arconati Visconti che la Villa conobbe il massimo splendore in termini culturali, e divenne il salotto estivo frequentato da Berchet, Giusti e Manzoni.  Molti anni dopo il nuovo proprietario divenne Guido Monzino, grande esploratore i cui cimeli delle spedizioni al Polo Nord (1971) e sul Monte Everest (1973) sono ancora conservati in una sala della Villa.

Al Monzino si deve anche una preziosa collezione di opere d’arte cinesi, Maya e africane (come le maschere della tribù Dogon) che ancora oggi si possono ammirare nella Villa. Il verde lussureggiante domina nel giardino all’italiana con un tocco di parco alla francese, e i visitatori possono passeggiare fra alberi di platano centenari, il grande e fotografatissimo leccio ad ombrello, glicini, edera, siepi di alloro e bosso ed enigmatiche statue, ed ammirare il bellissimo panorama del lago di Como.

Sempre a Tremezzina facciamo rotta su un’altra meravigliosa location. Eccoci a Villa Carlotta, esempio di architettura neoclassica del 1690, con il suo prestigioso museo e il giardino botanico su 7 ettari di parco. Qui soggiornarono nomi di spicco della letteratura europea, come Stendhal, Flaubert e la scrittrice irlandese Lady Morgan.

L’interno della Villa ospita il Museo dove ci sono autentiche “chicche” per gli amanti dell’arte: come le sculture di Antonio Canova e di Adamo Tadolini (con la famosa Amore e Psiche) e il dipinto L’ultimo bacio di Romeo e Giulietta, di Francesco Hayez. Il giardino all’italiana, con le sue terrazze ricche di fontane e trionfo di ninfee, camelie, ortensie, papiri, rododendri, cedri, palme, piante aromatiche e tunnel di agrumi, è un’esplosione di fiori e di scorci incantevoli. Si va dal teatro di verzura alla valle delle felci, fino all’uliveto e al giardino roccioso e succulente, ricco di cactus; passando per i cespugli di azalee, il giardino dei bambù, il bosco dei rododendri arborei e il giardino vecchio, dove enormi platani, tigli e aceri giapponesi incorniciano rovine neomedievali e la fontana dei nani, baroccheggiante.

Villa Carlotta, edificata dal marchese Giorgio II Clerici, nel 1843 divenne proprietà della principessa Marianna di Nassau (consorte di Alberto II di Prussia), che nel 1847 la donò alla figlia Carlotta, da cui la residenza prende il nome, in occasione del matrimonio di quest’ultima con Giorgio II di Sassonia.

Info: www.fondoambiente.it
www.villacarlotta.it
 
 
 

Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 11:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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