Vaticano, inizia il processo dei vertici dello Ior accusati di avere venduto immobili sotto costo

Mercoledì 9 Maggio 2018 di Franca Giansoldati
Vaticano, inizia il processo dei vertici dello Ior accusati di avere venduto immobili sotto costo
Città del Vaticano - Si prospetta piuttosto lungo il processo iniziato stamattina in Vaticano all’ex presidente Ior, Angelo Caloia, e al legale Gabriele Liuzzo, entrambi accusati di peculato e auto-riciclaggio per alcune operazioni immobiliari che furono fatte dalla banca vaticana tra il 2001 e il 2008, con un danno per il Papa di 57 milioni di euro. Caloia, 79 anni era presente in aula, mentre Liuzzo, che di anni ne ha 95, è stato dichiarato contumace.  I legali degli imputati hanno chiesto di fare  una perizia sugli immobili venduti, per valutare la congruità  dei prezzi di cessione rispetto al mercato. Secondo la Santa Sede e l’indagine che fu fatta a suo tempo, portando al processo Caloia, i valori reali erano maggiori rispetto a quelli incassati, originando così una minusvalenza a danno della Chiesa. Ora la Corte dovrà  decidere sull’ammissibilità  dei numerosi testi (chiamati in causa sono circa 50, compreso cardinali e arcivescovi), inoltre dovrà fare la traduzione al rapporto economico che fece la Promontory e dovrà nominare dei periti.

Nel processo si sono costituiti parte civile lo Ior, rappresentato dall’avvocato Alessandro Benedetti, e la società immobiliare Sgir, partecipata al 100 per cento dall’Istituto, e rappresentata dall’avvocato Roberto Lipari.  La difesa di Caloia ha già  comunicato l’intenzione di rinunciare a una parte dei numerosi testimoni richiesti - i cardinali Re, Sandri, Coccopalmerio, Parolin, l’ed dg Ior Massimo Tulli - insistendo invece, nonostante le opposizioni della parte civile, sulla necessità  di ascoltare in aula i cardinali Sodano e Bertone, ex presidente della Commissione cardinalizia di vigilanza Ior, il cardinale Tauran, membro della commissione d’indagine sull’Istituto nominata da papa Francesco, monsignor Arrieta, membro di tale commissione e l’attuale presidente Ior Jean-Baptiste De Franssu.
Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati  17 milioni di euro - cautelativamente - nel 2014 sui conti Ior intestati agli indagati Caloia, Liuzzo e Lelio Scaletti (l’ex direttore generale dello Ior poi morto nell’ottobre 2015), inoltre sono stati sequestrati altri 10 milioni, tramite rogatoria internazionale, in conti in Svizzera di Liuzzo: tutti soldi che gli inquirenti ritengono parte del provento del peculato a danno della banca vaticana. Il capo d’imputazione parla esplicitamente, per i due imputati, di sottrazione, distrazione e appropriazione indebita di 57 milioni di euro derivanti dalla cessione del 71 per cento degli immobili Ior negli anni 2001-2008. E poi, per quanto riguarda l’autoriciclaggio, l’aver detenuto il denaro presso i rispettivi conti Ior fino al 27 ottobre 2014, data dell’avvenuto sequestro.
 
Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 13:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA