«Il nostro cuore stasera è a Betlemme, dove ancora il Principe della pace viene rifiutato dalla logica perdente della guerra, con il ruggire delle armi che anche oggi gli impedisce di trovare alloggio nel mondo».
L'omelia di Papa Francesco
Papa Francesco nella sua omelia incentrata sul significato della fede a più riprese sottolinea i contorni di una società sempre più globale nella sua indifferenza di fondo, abituata a scandire i ritmi secondo un calendario segnato dalla pubblicità ma non dalla riflessione spirituale. «Un mondo che cerca il potere e la potenza, la fama e la gloria, dove tutto si misura coi successi e i risultati, con le cifre e con i numeri. È l’ossessione della prestazione».
Poi ai fedeli che lo stanno ascoltando in ogni continente Papa Bergoglio chiede, quasi a bruciapelo:«Noi in che Dio crediamo? Nel Dio dell’incarnazione o in quello della prestazione? Sì, perché c’è il rischio di vivere il Natale avendo in testa un’idea pagana di Dio, come se fosse un padrone potente che sta in cielo; un dio che si sposa con il potere, con il successo mondano e con l’idolatria del consumismo. Sempre torna l’immagine falsa di un dio distaccato e permaloso, che si comporta bene coi buoni e si adira coi cattivi; di un dio fatto a nostra immagine, utile solo a risolverci i problemi e a toglierci i mali».
Eppure la potenza di Cristo non è quella immaginata secondo i canoni della potenza e del successo. «Lui non usa la bacchetta magica, non è il dio commerciale del tutto e subito; non ci salva premendo un bottone, ma si fa vicino per cambiare la realtà dal di dentro. Eppure, quanto è radicata in noi l’idea mondana di un dio distante e controllore, rigido e potente, che aiuta i suoi a prevalere contro altri! Ma non è così: Lui è nato per tutti, durante il censimento di tutta la terra».
L'evangelista Luca
Viene citato l'evangelista Luca al quale si deve la narrazione della nascita di Cristo più accurata e dettagliata e poi un passo di Giovanni. «Stupiamoci perché “si è fatto carne” . Carne: parola che richiama la nostra fragilità e che il Vangelo utilizza per dirci che Dio è entrato fino in fondo nella nostra condizione umana. Perché si è spinto a tanto? Perché gli interessa tutto di noi, perché ci ama al punto da ritenerci più preziosi di ogni altra cosa». Il che significa, spiega il Papa che nessuno per Dio è un numero. “Il tuo nome è scritto nel suo cuore. Ma tu, guardando al tuo cuore, alle tue prestazioni non all’altezza, al mondo che giudica e non perdona, forse vivi male questo Natale, pensando di non andare bene, covando un senso di inadeguatezza e di insoddisfazione per le tue fragilità, per le tue cadute e i tuoi problemi».
Cristo, ripete il Papa, con la sua nascita in una capanna a Betlemme cambia la storia e la stravolge. «Fa’ che crediamo, o Signore, nel potere del tuo amore, così diverso dal potere del mondo».
LA CITAZIONE
Papa Francesco in un ultimo passaggio dell'omelia natalizia, cita anche Tolkien, l'autore del Signore degli Anelli. In questo caso la citazione riguarda una lettera scritta nel 1941 dal grande scrittore e filologo britannico al suo secondogenito Michael. «Ti offro l’unica cosa grande da amare sulla terra: il Santissimo Sacramento. Lì troverai fascino, gloria, onore, fedeltà e la vera via di tutti i tuoi amori sulla terra».