Pensioni, debito pubblico, sostenibilità ambientale. È un Papa Francesco che guarda decisamente al futuro quello tornato ieri in udienza pubblica dopo il ricovero al Gemelli, per ricevere vertici e dipendenti dell'Inps in occasione dei 125 anni dell'istituto.
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I SEGNI
Qui è arrivato - fuori del testo ufficiale - l'accenno al calo delle nascite, che il Papa, come gli era già accaduto in occasioni precedenti, ha fatto ricorrendo ad un esempio concreto, ai limiti della ruvidezza. «Vedo qui dei bambini, e mi viene in mente l'espressione di un uomo di circa 60 anni, che davanti all'inverno demografico italiano dice: "Ma chi pagherà la mia pensione? Non saranno i cagnolini che la gente ha al posto dei figli"».
Sono stati poi citati altri «segni preoccupanti». Ovvero «la crisi ecologica e il debito pubblico che viene caricato sulle spalle dei figli e dei nipoti, in alcuni Paesi i nipoti nasceranno con un debito pubblico terribile». Invece «la scelta della sostenibilità risponde al principio per cui è ingiusto affidare ai giovani pesi irreversibili e troppo gravosi». Mentre proprio la previdenza «è una forma di welfare che tiene insieme le diverse generazioni tra loro». Bergoglio si è poi espresso contro il lavoro nero e contro «l'abuso» di quello precario. La stessa precarietà che «ha un impatto sulle scelte di vita dei giovani». E che certo non favorisce la decisione di mettere al mondo dei figli.
In precedenza era stato il presidente dell'Inps Pasquale Tridico a rivolgersi al Pontefice, evidenziando il ruolo dell'istituto e dei suoi dipendenti. «Sentiamo come una grande responsabilità quella di essere, di fatto, il canale di accesso a prestazioni che accompagnano milioni di persone in ogni fase della vita, dal grembo materno fino agli eredi, ma anche nelle emergenze: lavoratori, pensionati, aziende, famiglie, studenti, disabili, disoccupati, poveri».
L'OBIETTIVO
Non è certo la prima volta che il Papa si sofferma sulla crisi demografica che tocca l'Italia, ma anche molti altri Paesi occidentali. E che in prospettiva sta coinvolgendo altre aree del mondo, a partire dalla Cina. Nel maggio del 2021 Francesco e l'allora presidente del Consiglio Mario Draghi avevano aperto gli Stati generali della natalità. In quella occasione, tra l'altro, da parte vaticana era venuto un apprezzamento per il nuovo strumento dell'assegno unico e universale, introdotto nell'ordinamento italiano a partire dallo scorso anno. Ed il premier aveva sottolineato come le cause del calo delle nascite fossero in parte economiche ma in parte anche di altro tipo, legate più in generale alla mancanza di sicurezza e di stabilità. Nella stessa sede il presidente dell'Istat Gian Carlo Blangiardo aveva fissato un obiettivo numerico, ovvero il ritorno ad almeno 500 mila nascite l'anno (nel 2022 sono state meno di 400 mila).
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LE MISURE
Il tema demografico era poi tornato lo scorso gennaio nell'incontro tra Bergoglio e Giorgia Meloni. L'attuale esecutivo ha potenziato l'Assegno unico e universale ed ha previsto con l'ultima legge di Bilancio altre misure, tra cui l'azzeramento dell'Iva sui prodotti per l'infanzia.