Finora in Canada erano affiorate cifre raccapriccianti sul genocidio culturale subìto dai bambini delle popolazioni Inuit che abitavano diverse regioni canadesi.
Da tempo in Canada diverse organizzazioni che si battono per i diritti dei First Nations hanno denunciato questa pratica orribile, sostenute da medici e politici. In corso ci sono almeno cinque azioni legali collettive per chiedere giustizia. L'anno scorso un rapporto del Senato metteva in luce che «questa pratica orribile non è confinata al passato, ma chiaramente continua oggi». Due mesi fa un medico è stato sanzionato per aver sterilizzato con la forza una donna indigena nel 2019.
I numeri certi di quante donne native siano state ultimamente sterilizzate contro la loro volontà o a loro insaputa non ci sono, anche se le associazioni non governative che difendono i diritti dei nativi ciclicamente fanno sentire la loro voce per chiedere indagini a tappeto su tutto il territorio. Una senatrice di origine indigena Yvonne Boyer si è messa a raccogliere i pochi dati disponibili dai quali risulta che all'incirca 12 mila donne native, dagli anni Settanta, ad oggi hanno subito alterazioni al loro apparato riproduttivo.
Le autorità mediche dei Territori del Nord-Ovest del Canada hanno emesso una serie di sanzioni. Il primo medico sanzionato, ha rilevato la Associated Press, si chiama Andrew Kotaska e nel novembre 2019 ha eseguito un'operazione per alleviare i dolori addominali di una donna indigena. Aveva il consenso scritto per rimuovere la tuba di Falloppio destra, ma la paziente, una donna Inuit, non aveva acconsentito alla rimozione della tuba sinistra; perdendole entrambe sarebbe diventata sterile. Nonostante le obiezioni del personale medico in sala operatoria Kotaska ha asportato entrambe le tube di Falloppio senza che vi fosse alcuna giustificazione medica per la sterilizzazione, di conseguenza Kotaska è stato ritenuto responsabile di una condotta non professionale. Migliaia di donne indigene canadesi negli ultimi sette decenni sono state sterilizzate in modo coercitivo, in linea con la legislazione eugenetica che le considerava inferiori. Negli Stati Uniti, le sterilizzazioni forzate delle donne native americane sono terminate per lo più negli anni '70, dopo l'adozione di nuove norme che richiedevano il consenso informato.
Canada sotto choc, il «genocidio» di migliaia di donne native, l'inchiesta nelle mani di Trudeau
La Convenzione di Ginevra descrive la sterilizzazione forzata come un crimine contro l'umanità e il governo canadese ha condannato le segnalazioni di sterilizzazione forzata altrove, anche tra le donne uigure in Cina. Nel 2018, il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura ha dichiarato al Canada di essere preoccupato per le persistenti segnalazioni di sterilizzazione forzata, affermando che tutte le accuse dovrebbero essere indagate e i responsabili ritenuti responsabili.
Gli indigeni in Canada sono circa il 5 per cento dei quasi 40 milioni di abitanti e risiedono nel nord: Nunavut, Yukon e Territori del Nord-Ovest. Le oltre 600 comunità devono affrontare sfide sanitarie significative rispetto agli altri cittadini canadesi. I tassi di suicidio tra i giovani indigeni sono sei volte più alti rispetto alle loro controparti e l'aspettativa di vita delle popolazioni First Nations è inferiore di circa 14 anni rispetto agli altri canadesi. Fino agli anni '90, gli indigeni erano per lo più curati in ospedali segregati per motivi razziali, dove sono stati segnalati abusi dilaganti.