Papa Francesco chiede una tregua di Pasqua: «Nella guerra in Ucraina si torna a crocifiggere Cristo»

Domenica 10 Aprile 2022 di Franca Giansoldati
Papa Francesco chiede una tregua di Pasqua: «Nella guerra in Ucraina si torna a crocifiggere Cristo»

Città del Vaticano – Il primo pensiero è per la guerra in Ucraina che definisce una follia,  «dove si torna a crocifiggere Cristo che ancora una volta inchiodato alla croce nelle madri che piangono la morte ingiusta dei mariti e dei figli.

È crocifisso nei profughi che fuggono dalle bombe con i bambini in braccio. È crocifisso negli anziani lasciati soli a morire, nei giovani privati di futuro, nei soldati mandati a uccidere i loro fratelli». Papa Francesco chiede una tregua di Pasqua, tenendo conto che la Pasqua per la Chiesa ortodossa quest'anno cade una settimana dopo quella cattolica. 

In una piazza san Pietro inondata dal sole ma spazzata dal vento freddo, si celebra la prima Domenica delle Palme post covid con tutti i settori pieni di persone. Molti indossano le mascherine, rispettando un minimo di distanziamento e finalmente dopo due anni il rito pasquale che da l'avvio alla settimana santa, si vede in piazza la presenza di migliaia e migliaia di fedeli. Secondo le prime stime forse 20 mila.  

Papa Francesco arriva in piazza su un'auto, scende camminando a fatica e per tutta la messa che viene celebrata sul sagrato, è costretto a restare seduto, evidentemente il dolore che accusa da tempo all'anca e al ginocchio, nonostante i farmaci e egli analgesici, non accenna a diminuire limitandogli notevolmente i movimenti, come si è visto anche durante il viaggio a Malta. 

Nella omelia Francesco guardando il nostro mondo violento e ferito, non si stanca di ripetere: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno. Poi riprende il Vangelo di Luca ricordando che sul Calvario si scontrano due mentalità. E' l'eterno dilemma tra chi si mette a disposizione degli altri con la logica dell'amore, e chi preferisce non essere coinvolto, respingendo così la generosa forza del sostegno e dell'altruismo. «Le parole di Gesù crocifisso si contrappongono a quelle dei suoi crocifissori. Questi ripetono un ritornello: “Salva te stesso”. Lo dicono i capi: «Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Lo ribadiscono i soldati: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». E infine, anche uno dei malfattori, che ha ascoltato, ripete il concetto: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso!» . Salvare se stessi, badare a se stessi, pensare a se stessi; non ad altri, ma solo alla propria salute, al proprio successo, ai propri interessi; all’avere, al potere e all’apparire. Salva te stesso: è il ritornello dell’umanità che ha crocifisso il Signore. Pensiamoci. Ma alla mentalità dell’io si oppone quella di Dio; il salva te stesso si scontra con il Salvatore che offre se stesso». 

Alla folla Francesco pone poi una domanda di senso e chiede se si è capaci di reagire ai chiodi della vita con l’amore, e ai colpi dell’odio con la carezza del perdono. «Ma noi, discepoli di Gesù, seguiamo il Maestro o il nostro istinto rancoroso? Se vogliamo verificare la nostra appartenenza a Cristo, guardiamo a come ci comportiamo con chi ci ha feriti. Il Signore ci chiede di rispondere non come ci viene o come fanno tutti, ma come fa Lui con noi. Ci chiede di spezzare la catena del “ti voglio bene se mi vuoi bene; ti sono amico se sei mio amico; ti aiuto se tu mi aiuti». 

La messa viene concelebrata da 35 cardinali, 30 vescovi e 280 sacerdoti. All'inizio sono stati benedetti le palme e gli ulivi e, al termine della processione, è stato dato il via alla messa. Come da tradizione, la piazza e' colorata da composizioni floreali. Distribuiti ramoscelli di ulivo forniti dall'Associazione nazionale Citta' dell'Olio italiane, dai sindaci delle Citta' dell'Olio del Lazio e della Puglia, a cura della famiglia tarantina Caputo. La fornitura di palme fenix e' curata dall'Ufficio delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice. Non mancano neanche i "palmureli", foglie di palma intrecciate in modo artistico e benedette, provenienti da Sanremo. Inoltre l'azienda vivaistica Flora Olanda di Roma ha reso possibile la sistemazione di grandi piante di ulivo in prossimita' delle statue dei Santi Pietro e Paolo, sotto il sagrato. 

Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 09:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA