Perugia, traffico di hashish su Telegram: chiesti 40 anni di carcere per i pusher

Venerdì 1 Dicembre 2023 di Enzo Beretta
Il tribunale penale di Pergia
Richieste di condanna molto pesanti sono state avanzate nel corso del processo abbreviato in corso a Perugia nei confronti di sei persone accusate di «essersi associate al fine di detenere e cedere ingenti quantitativi di hashish» e indagate nel 2022 nell’ambito di un’inchiesta della sezione narcotici della squadra mobile che aveva consentito di mettere a segno un maxi-sequestro di 51 chili di marijuana e due di marijuana in un garage del Trasimeno a Castiglione del lago (sequestrati pure 41 mila euro in contanti). «La sostanza analizzata – si legge negli atti giudiziari – risultava essere costituita da hashish per 51,4 chili e marijuana per 2,25 chili, il tutto per un principio attivo complessivo pari a 17,8 chili idonei al confezionamento di 591.203 dosi droganti». Associazione finalizzata al traffico di droga è l’ipotesi di reato per la quale, complessivamente, sono stati chiesti poco meno di quarant’anni di carcere nei confronti di tre giovani perugini e altrettanti castiglionesi (difesi dagli avvocati Daniela Paccoi, Valerio Vitale, Marco Bisegna e Adriano Giorgini). Le richieste superano i 10 anni di reclusione per il presunto «capo dell’organizzazione», poi a scendere, otto anni, e poco meno di cinque per gli altri. Stando alla ricostruzione dell’accusa era stata «strutturata e posta in essere un’organizzazione» che prevedeva «ripartizione dei compiti» e «modalità operative», una struttura che «disponeva di ingenti somme di denaro, vari autoveicoli, immobili impiegati come magazzino per il deposito dello stupefacente e custodia del denaro». Oltre che un canale Telegram utilizzato come mercato della droga. 
Le vendite su Telegram andavano a gonfie vele, ordini che «variano da 300 a 4.900 euro» per quantità che oscillano tra i «70 grammi e il chilo e mezzo». «Si rivolgono non solo ai singoli acquirenti ma anche ai ‘grossisti’ – spiegava il giudice – verso i quali si assicurano prezzi e trattamenti riservati» in una sorta di TripAdvisor della droga. «A tutti vengono richieste pubblicità e recensioni positive al fine di allargare il giro dei clienti e di farsi conoscere il più possibile».
L’inchiesta della polizia iniziò con l’arresto di un 26enne nel settembre 2022, quando munito di tracking number entrò in una tabaccheria dalle parti della stazione di Fontivegge chiedendo di ritirare un pacco. Purtroppo per lui – è agli atti – il titolare dell’esercizio commerciale aveva «erroneamente aperto» quello scatolone («credendo di esserne il destinatario») contenente 4,3 chili di involucri di hashish e aveva avvisato le forze dell’ordine che sono andate ad aspettarlo. Svolgendo accertamenti sul telefono di quel giovane gli investigatori hanno messo gli occhi sul canale Telegram al quale lo stesso era registrato. 
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