PERUGIA - Nel giorno in cui l'Umbria ritorna arancione, seppur rinforzato, si registra un nuovo calo degli attualmente positivi: in base agli ultimi dati forniti ieri dalla Regione, sono oggi 8.141 (di cui 1.703 solo nella città di Perugia), 74 in meno di sabato.
Purtroppo sale il numero delle vittime da coronavirus: con i 13 decessi riportati ieri nella dashboard regionale, il totale dall'inizio della pandemia arriva a quota 1.050.
L'ANALISI
«Ora i dati lo mostrano con certezza. In Umbria è stato raggiunto il picco della terza ondata dell'epidemia Covid»: è l'analisi del professor Luca Gammaitoni, fisico sperimentale docente all'Università di Perugia, affidata al suo profilo Facebook. «Se non ci saranno fatti nuovi eclatanti (come qualche focolaio importante) la curva degli infetti è destinata a scendere», ha aggiunto parlando con l'Ansa. Il professor Gammaitoni evidenzia comunque la necessità di continuare a «utilizzare in maniera rigorosa le mascherine e a mantenere il distanziamento». «Serve poi - prosegue - vaccinare il più rapidamente possibile il maggior numero di persone. I modelli matematici che vengono utilizzati per lo studio delle pandemie ormai da un secolo dicono che per mettersi al riparo dal rischio di altre ondate bisogna che sia immunizzata una frazione consistente della popolazione. In Umbria vuol dire almeno 500mila persone». Riguardo ai dati del momento, il fisico ribadisce che i segnali sulla curva «sono incoraggianti e in controtendenza rispetto al dato nazionale, come d'altronde era avvenuto negli ultimi mesi». Spiega quindi di attendersi ora «non un appiattimento, un plateau, della curva ma una discesa, non particolarmente ripida ma comunque un calo dei contagi». «E questo - prosegue - consentirà di allentare la pressione sugli ospedali, specie sulle terapie intensive. In base ai dati attuali possiamo guardare alla primavera con ottimismo anche perché l'aumento delle temperature e il fatto di trascorrere sempre più tempo all'esterno delle case favorirà il calo dei contagi». Fondamentale, infine, il tracciamento dei contatti, con «tamponi e quarantena per chi è positivo. Perché il meccanismo di diffusione del virus - conclude il fisico - è lo stesso degli incendi: si fermano solo quando non c'è più nulla da bruciare o da infettare».
MUORE SUBITO DOPO LA MOGLIE
Tra le ultime vittime del coronavirus c'è anche l'artista Lucio Manna, artista arrivato alla soglia dei 90 e che si è arreso al Covid pochi giorni dopo la moglie. Nonostante risiedesse con la famiglia a Roma, da tempo aveva deciso di rimanere a Perugia dove diceva di sentirsi più protetto. Apprezzato dirigente del Consiglio regionale, la sua passione per il disegno non l'aveva mai abbandonato. Ha esposto in Umbria, a Roma e persino a Varsavia: le sue tavole dal segno pulito hanno raccontato l'Umbria in tutti i più reconditi risvolti architettonici e paesaggistici. La sua era una «metafisica dei luoghi», come ha scritto Massimo Duranti. Ricercatissimo da poeti e scrittori, ne ha illustrato decine di volumi. E ora restano quei suoi disegni che debordavano di ironia, sempre pungente, tagliente ma garbata, popolati com'erano di animali del suo vasto bestiario grafico, civette soprattutto, considerate beneagurali. Ma che questa volta non gli hanno portato abbastanza fortuna.