«Sai qual è il tuo posto? Nella tomba, sotto terra…».
Nella richiesta di rinvio a giudizio si raccontano «accuse di tradimento», l’imputato tacciava la donna «di essere la fonte dei suoi problemi giudiziari, tanto da costringerla nel gennaio 2022 a rimettere la querela del gennaio 2018» presentata davanti ai carabinieri di Gubbio. La persona offesa, rappresentata in aula dall’avvocato Sara Pasquino, ha spiegato in caserma di essere stata «aggredita fisicamente», «controllata negli spostamenti» e perfino «minacciata» durante un ricovero in ospedale attraverso messaggi vocali: «Voglio riavere la mia macchina, sai che ti faccio - urlava quello su Whatsapp -? Ti faccio vedere io com’è. Sai qual è il tuo posto? Nella tomba, sotto terra. Oggi ti ritrovo, pezzente, continua così…». I maltrattamenti – spiega il sostituto procuratore di Perugia, Annamaria Greco – «sottoponevano la donna a un perdurante stato di ansia, instaurando un clima di tensione e creando nella stessa uno stato di prostrazione, tanto che dapprima decideva di interrompere nuovamente la relazione e, all’indomani dell’ultima aggressione, non si allontanava dalla propria abitazione, anche per andare al lavoro, per timore di incontrare nuovamente l’ex marito». Qualche tempo dopo, però, la persona offesa se lo è ritrovato davanti: «E adesso come la mettiamo?», l’aveva provocata l’ex marito. «Alla reazione della donna, che per proteggersi provava a spruzzargli dell’alcol negli occhi, lui la aggrediva fisicamente»: lei è stata «afferrata per le braccia e per i capelli, colpita al volto e trascinata per strada». Andò in ospedale per le «abrasioni multiple ed edema perioculare per percosse», la prognosi di 10 giorni.