PERUGIA - Lavori in casa, raddoppiano gli infortuni e le casalinghe sono sempre più a rischio proprio dentro le mura domestiche a causa dei carichi di lavoro e dell’incremento dell’età di chi si prende cura della famiglia a titolo gratuito.
«Negli ultimi periodi le casalinghe hanno dovuto prendersi in carico un lavoro di cura maggiore. Da tempo diciamo che c’è la necessità di avere maggiori servizi all’interno del territorio come quelli domiciliari e territoriali: non si può pensare che la cura di bambini e anziani sia a carico delle donne che oltre al lavoro esterno aggiungono quello familiare. Assistiamo a un accumulo maggiore di lavoro sulle spalle delle donne costrette a ottimizzare i tempi per cercare di far quadrare tutto con i rischi che ne potrebbero conseguire». Concetti ribaditi anche dai pensionati dello Spi Cgil di Perugia, convinti che “sempre più sulle donne è riversata l’assistenza in casa, diventando un sovraccarico materiale sia fisico che psicologico”. Ma ecco, secondo quanto riporta una recente indagine Istat sulla condizione delle casalinghe, quali sono le tipologie di incidenti più frequenti: a guidare la preoccupante classifica c’è la caduta che ha riguardato il 65% delle casalinghe coinvolte in un incidente, seguono le ustioni (18,5%) e le ferite (14%). La cucina è il luogo più a rischio dove avvengono la metà degli incidenti. Sono i lavori domestici la causa degli incidenti più frequenti. Oltre il 63% avviene, infatti, durante lo svolgimento delle faccende domestiche. Per quanto riguarda le lesioni, quella più diffusa tra le casalinghe è la frattura (36%). Intanto, gli occhi sono puntati anche sull’assicurazione obbligatoria per il settore, ma anche sul più recente bonus casalinghe, assicurazione alla quale sarebbero iscritte poco più di un terzo della platea, “estendendo la tutela assicurativa alle persone di età compresa tra i 18 e i 67 anni, con un incremento delle prestazioni assicurate a fronte dell’innalzamento dal premio assicurativo annuo da 12,91 euro a 24 euro. Con la nuova legge ha previsto, infatti, l’abbassamento del grado di inabilità permanente dal 27% al 16% per aver diritto alla rendita vitalizia con il rateo mensile che oscilla da un importo minimo di 106,02 euro, per inabilità del 16%, ad un massimo di 1.292,90 euro, per inabilità del 100% (importi soggetti a rivalutazione)”. Inoltre, qualora l’inabilità permanente fosse tra il 6% e il 15%, «viene corrisposta una prestazione una tantum di importo pari a euro 300, soggetto a rivalutazione e la corresponsione dell’assegno per l’assistenza personale continuativa ai titolari di rendita per infortunio domestico che versano in una o più delle gravi condizioni menomative. Si tratta di un assegno mensile, rivalutabile nel tempo, costituisce un’integrazione della rendita, non è soggetto a tassazione Irpef e non è cumulabile con altri assegni di accompagnamento».