Un caso di molestie nel metaverso ha fatto scattare la prima storica contromisura da parte di Meta (ex Facebook): l'introduzione di una «distanza di sicurezza» fra avatar. Lo scorso dicembre, infatti, la ricercatrice Nina Jane Patel ha raccontato di essere stata molestata da tre avatar «con voce maschile» all'interno di Horizon Worlds, la realtà virtuale creata dall'azienda di Mark Zuckerberg.
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Distanza di sicurezza fra avatar nel metaverso
Meta, riporta The Guardian, ha così motivato la sua decisione: «L'introduzione di un confine personale impedirà che chiunque possa invadere lo spazio personale del tuo avatar. Se qualcuno tenta di entrare nel tuo confine personale, il sistema interromperà il suo movimento». Lo scopo di una tale misura è evidente: «Pensiamo che aiuterà a stabilire norme comportamentali e questo è importante per un mezzo relativamente nuovo come la realtà virtuale».
Utente molestata in Horizon Worlds
Nina Jane Patel, ricercatrice della società Kabuni specializzata nello sviluppo di esperienze virtuali per ragazzi fra gli 8 e i 16 anni, era stata invitata a testare Horizon Worlds proprio in virtù della sua professione. La ricercatrice ha raccontato che dopo un solo minuto dal suo ingresso all'interno del metaverso, il suo avatar è stato molestato da altri tre «con voce maschile», che l'avrebbero «palpeggiata» rivolgendole «frasi offensive», scattando persino delle foto. Dopo due mesi di polemiche, alla fine Meta sembra aver riconosciuto l'accaduto, con la storica decisione della distanza di sicurezza.