Djokovic libero: «Deve essere rilasciato». Il tennista: «Voglio restare e giocare». Ma il governo prende altro tempo

La sentenza del giudice Kelly ribalta tutto: niente addio, deve essere rilasciato. Ma per lo Slam non è detta l'ultima parola

Lunedì 10 Gennaio 2022 di Marco Prestisimone
Djokovic ha vinto la sua battaglia: può restare a Melbourne e giocare gli Australian Open

Novak Djokovic ha vinto il primo set. Niente racchetta né palline, stavolta il suo successo arriva in un'aula di tribunale di Melbourne, dove il giudice Kelly in appello ha definito «una decisione irragionevole» quella di togliere il visto al tennista serbo e di farlo tornare in Europa come inizialmente previsto per il caso-vaccino dopo il suo sbarco. Potrà quindi restare in Australia e allenarsi e disputare (forse) gli Australian Open. Il condizionale è d'obbligo perché il governo ha già annunciato che potrebbe ancora espellerlo dal Paese per tre anni.

Tutto rinviato a domani però, perché il ministro dell'Immigrazione australiano Alex Hawke ha deciso di prendersi oltre le 4 ore previste dalla legge per decidere se annullare il visto di Novak Djokovic. Secondo il quotidiano The Age, che riporta la notizia, ciò vuol dire che il campione serbo è per il momento libero. Il ministro non deciderà entro oggi.

Poco dopo, in un intervento su Instagram, secondo i media serbi, Djokovic ha ringraziato il giudice australiano che oggi si è espresso per la restituzione del suo visto di ingresso in Australia. «Resto concentrato sul tennis. Sono venuto qui per partecipare a uno dei più importanti tornei del mondo», ha detto il campione serbo. «Naturalmente un grazie enorme a tutti coloro che in tutto il mondo mi hanno sostenuto e mi hanno dato forza, incoraggiandomi a mantenere la calma», ha aggiunto il tennista.

Secondo il fratello Djordje, dalle ultime informazioni emergerebbe che le autorità australiane sarebbero orientate a impugnare la decisione del giudice e a ribadire il divieto di ingresso nel Paese per il campione serbo. «Le ultime informazioni dicono che lo voglione bloccare. Attualmente ci stiamo consultando con gli avvocati», ha detto il fratello del numero uno del tennis mondiale prima della decisione del governo di prendersi altro tempo. «Novak è stato con i suoi legali nella sede del tribunale e esamina tutte le opzioni. È stata una grande sconfitta per le autorità australiane, e per questo accusano il colpo», ha osservato Djordje Djokovic alla tv privata serba Prva. Il tennista però non è stato arrestato, come riportato da alcuni media serbi in un primo momento. 

La sentenza di oggi

Il giudice ha ordinato al governo di liberarlo dalla detenzione e di ripristinare il visto che era stato annullato perché il numero uno del tennis mondiale è arrivato in Australia senza essere vaccinato ma con un'esenzione medica (prevista dal regolamento degli Australian Open). Una mossa che aveva fatto storcere il naso, per usare un eufemismo, all'intero mondo del tennis e dello sport, provocando reazioni anche politiche. Come quella di fermarlo proprio una volta atterrato in Australia e di isolarlo, togliendogli il visto. I suoi avvocati però hanno fatto ricorso contro la decisione e hanno vinto la causa. La sentenza arriva cinque giorni dopo che Novak era stato trattenuto in aeroporto all'arrivo su un volo da Dubai ma non garantisce ancora la certezza che Djokovic possa partecipare allo Slam: il governo infatti ha annunciato che potrebbe decidere di annullare il suo visto una seconda volta, anche dopo la decisione del tribunale, secondo una legge australiana sull'immigrazione. E quindi espellerlo e bandirlo per tre anni dall'Australia.  

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Nadal: giusto che ora giochi

«La cosa più giusta è che Djokovic giochi agli Australian Open, dal momento che la giustizia ha parlato» ordinando il suo rilascio dal centro di detenzione dove era alloggiato al suo arrivo nel Paese. È il parere del campione spagnolo di tennis Rafa Nadal. «Anche se su certe cose posso essere d'accordo o meno con Djokovic - aggiunge alla radio spagnola Onda Cero - la giustizia ha parlato e credo che è la cosa più giusta».

I documenti

Nella sentenza il giudice Kelly ha letto il verbale che dispone l’annullamento della decisione dell’ufficiale dell Australian Border Force che aveva cancellato il visto di Djokovic, disponendone il suo rilascio entro 30 minuti. Il giudice ha disposto che al numero 1 al mondo venga riconsegnato immediatamente il passaporto e gli effetti personali. «Se Djokovic avesse avuto più tempo per consultare i suoi legali, avrebbe risposto in maniera più chiara al Border Force», si legge nelle motivazioni. Djokovic aveva dichiarato alle autorità di frontiera all'ingresso in Australia di non essere vaccinato e di avere avuto il Covid due volte, nel giugno 2020 e lo scorso 16 dicembre, negativizzandosi poi il 22 dicembre. 

 

 

Cosa può succedere ora? 

Il governo australiano potrebbe ribaltare ancora una volta la decisione del giudice, togliendo di nuovo il passaporto al campione serbo: «Non vi è alcun suggerimento che abbia avuto una malattia grave acuta a dicembre, quando è risultato positivo», si legge nella memoria scritta presentata dal ministro dell'interno Karen Andrews che ha sottolineato come, qualora il giudice si pronunciasse a favore di Novak (circostanza che poi effettivamente si è verificata), il governo potrebbe annullare il suo visto una seconda volta.

Il giudice Kelly: sono molto preoccupato

«Nonostante l'emanazione di questa ordinanza il Ministro si è riservato la questione se esercitare il potere personale di annullare il visto del richiedente - ha spiegato il giudice Kelly -. Se il ministro sceglie di utilizzare la sua discrezione personale per annullare nuovamente il visto, mi ritengo molto preoccupato per il potenziale esito».

La difesa di Djokovic

«Sono arrivato qui a causa di questi documenti, altrimenti non mi sarebbe stato permesso di entrare», ha detto Djokovic, dopo aver consegnato l'esenzione di Tennis Australia (che mostriamo sopra) ai funzionari dell'immigrazione. Djokovic ha appreso dell'avviso di voler considerare la cancellazione del visto appena prima delle 4 del mattino. Inizialmente gli sono stati dati 20 minuti per trovare un motivo per essere lasciato entrare in Australia. «Sono stato messo in una posizione molto imbarazzante dove alle quattro del mattino non potevo chiamare il direttore di Tennis Australia, non potevo interagire con nessuno del governo dello stato di Victoria attraverso Tennis Australia. Sono stato messo in una posizione molto scomoda», ha spiegato. A Djokovic è stato detto alle 5.20 che avrebbe potuto avere fino alle 8.30 per rispondere. Alle 6.14 gli è stato chiesto il commento. Alle 7:29 è stata presa la decisione di cancellare il visto e gli è stato comunicato alle 7:42. Il giudice Kelly ha detto che se a Djokovic fosse stato concesso fino alle 8:30, avrebbe potuto consultare altre persone sulla decisione.

Gli scenari

Adesso Djokovic deve aspettare la decisione del governo, che potrebbe comunque impugnare una legge sull'immigrazione ed espellerlo per tre anni dal Paese. In questo modo non solo non parteciperebbe a questa edizione degli Australian Open ma neanche alle prossime. La partita però deve essere ancora giocata, perché gli avvocati non si fermeranno. E la battaglia legale andrà avanti. 

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Spray contro i fan

La polizia dello stato australiano di Victoria ha usato spray al peperoncino contro sostenitori di Novak Djokovic che avevano circondato un'auto che usciva dal grattacielo Cbd di Melbourne, dove c'è lo studio legale che assiste il tennista. I fan - molti dei quali indossavano i colori della bandiera serba - hanno assaltato una Mercedes, salendo sul tetto del veicolo. A quel punto la polizia ha usato lo spray urticante per disperderli e consentire alla macchina di proseguire. Un gruppo di loro ha quindi iniziato a lanciare bottiglie ed urlare insulti contro la polizia, che non ha reagito. Non è chiaro se a bordo dell'auto ci fosse Djokovic.

Il caso vaccino

Ma cosa è successo? Djokovic è arrivato in Australia con un visto e un'esenzione vaccinale per partecipare al torneo, che inizia il 17 gennaio, ma i funzionari di frontiera hanno annullato il visto con il supporto del primo ministro Scott Morrison. Il suo è diventato un caso mondiale: più volte Djokovic ha chiesto privacy sulla sua scelta di vaccinarsi o meno, facendo intendere però la sua contrarietà. E fino all'ultima settimana non aveva mai rivelato se fosse vaccinato o meno. Poi l'esenzione ha chiarito ogni aspetto. Sabato i suoi avvocati hanno spiegato che il serbo era risultato positivo al coronavirus a metà dicembre e che gli era stata concessa un'esenzione dalla vaccinazione dai funzionari degli Australian Open per questi motivi. 

Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 20:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA