Lewis Hamilton alla Ferrari? Dai record di Schumacher (battuti) a icona della moda: chi è il pilota più vincente della storia della F1

Giovedì 1 Febbraio 2024, 14:51

Il ruolo contro il razzismo

La vita di Lewis non è sempre stata così semplice e alcuni episodi della sua infanzia lo hanno portato a diventare un vero e proprio esempio della lotta al razzismo. L'inglese, infatti, ha rivelato di essere stato vittima di bullismo da piccolo, costantemente insultato e percosso perché appartenente a una minoranza. Il periodo scolastico per lui, dall'età di 6 anni in poi, è considerato il più difficile della sua vita.

«Mi colpivano continuamente, mi tiravano cose addosso, come le banane, e mi chiamavano 'n***o' o 'meticcio'». Così nel corso del podcast On Purpose Lewis ha raccontato i primi anni difficili della sua vita. Il razzismo lo ha accompagnato anche negli esordi in Formula 1, con la seconda stagione che è cominciata con gli insulti razzisti nel Gran Premio di Spagna a causa della rivalità con Fernando Alonso.

Fino ad oggi, Hamilton ha fondato Mission 44, progetto benefico a difesa dei diritti umani e in particolare nella rossa al razzismo. «Sostenere le ambizioni dei giovani provenienti da minoranze è sempre stato importante per me». Così ha affermato Lewis sull'iniiativa: «Mission 44 rappresenta il mio impegno a creare un vero cambiamento all’interno di questa comunità. Nella mia vita ho sperimentato in prima persona come provenire da un background sottorappresentato possa influenzare il tuo futuro».

Durante le manifestazioni Blm (Black Lives Matter), il pilota è sceso in piazza a Londra manifestando al fianco di tutti coloro che hanno chiesto parità di diritti per tutti. In più il trentanovenne ha pubblicato diverse foto sul suo profilo Instagram ufficiale in cui condannava a gran voce ciò che è successo negli Stati Uniti, in cui alcuni afroamericani sono stati uccisi dalla polizia. In un post dalle immagini molto forti, Hamilton ha paragonato la foto di uno schiavo africano con la schiena marchiata dalle frustate a quella di un afroamericano con la schiena segnata da fori di proiettile.

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