Rugby Sei Nazioni, il commento: da Cardiff a Roma, rivoluzione in 12 mesi

Una nazionale «giovane ed elettrica» affidata al ct Crowley e al capitano Michele Lamaro ha restituito sorrisi ed entusiasmi

Sabato 11 Marzo 2023 di Paolo Ricci Bitti
Paolo Garbisi (Foto Cfp)

 Dove eravamo un anno fa, appena un anno fa, alla vigilia di Galles-Italia a Cardiff? Quanto era pesante King Kong sulle nostre spalle, gravate da 36 sconfitte consecutive nel Sei Nazioni nell’arco di 7 anni? E dove siamo invece adesso, dopo 10 partite infiocchettate da 5 vittorie di cui due clamorose (Galles e la prima volta con l’Australia) e solo un ko (Georgia) da vecchi incubi? Siamo al punto che in questo Torneo abbiamo rischiato di vincere con la Francia, numero 2 al mondo, e abbiamo messo in difficoltà fino alla fine la magna Inghilterra e persino l’Irlanda, numero 1 mondiale.

E oggi all’Olimpico partiamo quasi alla pari con il Galles, che vivrà pure una fase travagliata della sua trisecolare storia, ma che resta il paese più ovale di tutti a parte la Nuova Zelanda. Un anno, in un gioco complesso come il rugby in cui siamo gli ultimi arrivati in ritardo di un secolo, è veramente un amen, ma questa nazionale «giovane ed elettrica» affidata al ct Crowley e al capitano Michele Lamaro ha davvero restituito sorrisi ed entusiasmi a chi, nonostante tutto, ha continuato a credere al nostro diritto di “abitare” nel Torneo più bello che è pronto a riservarci le gioie più travolgenti. 
 

Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 20:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA