Spada(fora) il pallone. La serie A al bivio: in arrivo i giorni decisivi per decidere il futuro del campionato

Giovedì 30 Aprile 2020 di Emiliano Bernardini
Spada(fora) il pallone. La serie A al bivio: in arrivo i giorni decisivi per decidere il futuro del campionato

Chiudere qui o proseguire. Come e quando? E soprattutto chi lo decide? Nessuno si espone. Tutti calcolano. Dai danni ai guadagni. Perché è chiaro che c’è chi vuole sfruttare la crisi per dare nuova forma al calcio di domani. La battaglia è tutta politica. Ieri il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, intervenendo a Omnibus su La7 (canale di Cairo), ha fatto un’altra mossa. Stavolta ha agitato le acque in vista dell’Assemblea di Lega di domani: «Secondo me potrebbe essere anche la maggioranza dei presidenti dei club a chiederci di sospendere per pensare già al prossimo. Bisogna pensare la piano B». L’uscita non è casuale. Un piano B il numero uno della Figc, Gabriele Gravina ce l’ha: si va avanti ad oltranza. La stagione 2020-21 non inizia se prima non finisce questa anche se ha ribadito che la ripresa resta la migliore per tutti. «Non firmerò mai per il blocco dei campionati - ha detto il n. 1 Figc -, perché sarebbe la morte del calcio italiano. Il sistema perderebbe 700-800 milioni di euro».

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I venti presidenti sono spaccati. Ieri non sono riusciti nemmeno a trovare l’intesa per fare un documento di risposta al Ministro. Due restano contrari e 18 favorevoli alla ripresa. Il presidente Paolo Dal Pino resta in silenzio ma lavora per avere l’unanimità. L’unica via su cui sono tutti d’accordo è quella di dare la palla in mano al governo. Deve essere Palazzo Chigi a chiudere tutto. In questo modo si potrebbero evitare diverse cause dietro lo scudo della “forza maggiore”. Il pressing è tutto sul premier, Giuseppe Conte che si era dimostrato più morbido nel concedere gli allenamenti. Salvo poi cedere alle pressioni del suo ministro dello sport. Una strategia che potrebbe però piccare ancora di più l’ala più oltranzista dei Cinquestelle. Di fatto si continua a rimandare senza mai decidere. 

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LE FAZIONI
Dicevamo dei contrari. Cairo del Torino non ha mai nascosto il suo orientamento. Il suo è un voto pensate (è uno dei principali editori) e nessuno vuole mettersi contro. Con lui c’è Cellino del Brescia. Assordante il silenzio delle big Inter e Juve. I bianconeri non parlano al di là delle stoccate di Agnelli a Lotito. Ma i nove giocatori in giro per il mondo fanno riflettere. Dalle parti di via Rosellini a Milano si respira aria da ultimi giorni di scuola. Senza dare troppo nell’occhio sia chiaro. D’altronde se fosse la serie A a chiudere non beccherebbe un euro dalle tv (nemmeno un decretino in aiuto) e sarebbe inondata di cause.

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LE CONTRADDIZIONI
Chiarezza, questa sconosciuta.

A partire dal disguido sugli allenamenti. Come e dove? Tanto che lo stesso ministro Francesco Boccia nella video riunione con le regioni avrebbe chiesto che sia «precisato» il punto in questione. Si passa poi al famoso protocollo medico (a giorni il Comitato tecnico scientifico dirà se è utilizzabile). Ieri Spadafora ha rimarcato: «Siamo così sicuri che la quantità di tamponi proposti dalla Figc sia davvero possibile farla?». Chissà. E pensare che le linee guida del Coni fatte dal politecnico di Torino ne caldeggiano uno 48 ore prima di ogni partita. Il nodo restano i contagi e le responsabilità penali. Le assicurazioni non vogliono coprire la positività in caso di ritorno in campo. Non aiutano nemmeno i contrasti tra la Uefa: «Si può giocare da subito» e la Fifa: «Ripresa a settembre». E poi ci sono le tv. Con ogni probabilità Sky e Dazn non pagheranno. Si andrà in tribunale. Ma se da un lato non si vogliono rovinare i rapporti (Sky è un player importante) dall’alto molti spingono per la rottura che porterebbe alla nascita del canale della Lega. In questo clima rovente il Ministro Spadafora ha gettato altra benzina parlando ancora di partite in chiaro.


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