Milan, Gattuso: «Stimo Montella ma la mia visione di calcio è diversa. Sfrutterò al massimo questa opportunità»

Martedì 28 Novembre 2017 di Salvatore Riggio
Milan, Gattuso: «Stimo Montella ma la mia visione di calcio è diversa. Sfrutterò al massimo questa opportunità»
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«Sfrutterò al massimo questa opportunità». Gennaro Gattuso è pronto per il debutto sulla panchina del Milan. «Giocheremo con la difesa a 3. Il problema del gol? C’è un problema generale. Questa squadra ha le qualità per fare di più».

Ritorno al Milan. «Per me è un giorno importante, so che è una grande responsabilità. Sarà un lavoro duro. Abbiamo tanti nazionali e un’età media di 21 anni. Non stanno attraversando un periodo semplice, ma qui c’è tutto per fare bene».

Modulo. «Giocheremo con la difesa a 3. Il problema del gol? La mi storia dice che le mie squadre ne prendono pochi, ma ne fanno anche pochi. Ci stiamo lavorando, abbiamo preparato qualcosa. Ma il problema è generale, non solo di gol».

Montella. «Ho avuto un ottimo rapporto con lui, anche se alcuni concetti sono diversi. Vincenzo ama il palleggio e anche io. Ma poi dobbiamo verticalizzare».

Mestiere di allenatore. «Provo le stesse emozioni di quando ero un giocatore. Quando entro a Milanello, mi sembra di essere in Paradiso. Amo il mio lavoro e lo faccio con passione. Il sogno continua, allenare in una società così è un privilegio. Gli stipendi arrivano puntuali e c’è tutto per fare bene».

Acquisti estivi. «Questa squadra può fare di più. Dobbiamo diventare squadra e scendere in campo da squadra, coprire il campo, dimostrare di saper soffrire e di essere una squadra quadrata. Serve uno spirito battagliero, anche se questo non basta perché serve anche la qualità».

Aspetto mentale. «Mi sembra riduttivo parlare solo della mia grinta. Non mi hanno regalato il patentino, ho studiato per ottenerlo. Le partite non si preparano solo con grinta e cattiveria, serve grande conoscenza. A Milanello ci sono tante foto, questo club ha una grande storia. Non bisogna dimenticare il dna del Milan, serve grande rispetto delle regole e voglia di sacrificarsi».

Identità Milan. «Mi baso su quello che vedo durante la settimana. Alcuni giocatori sono fondamentali, ma in settimana devono pedalare tutti. Ai giocatori ho detto di non scandalizzarsi se dico qualche parola in più e di non essere permalosi».

Champions. «Io oggi non guardo la classifica, vivo alla giornata. La gara di Benevento deve essere come un finale di coppa del mondo. A livello mentale bisogna dare qualcosa di più a questi ragazzi, questa è la priorità».

Yonghong Li. «Non parla inglese, abbiamo deciso con il dottor Fassone di trovare un modo per sentirlo nei prossimi giorni».

Berlusconi. «Lo conosco bene, non è la prima telefonata che mi fa. Da giocatore, ho parlato spesso con lui. È uno dei presidenti più vincenti della storia del calcio. Abbiamo parlato dei due attaccanti, del dna del Milan. Non ho fatto finta di ascoltarlo, l’ho ascoltato con grande attenzione».

Giudizio nei suoi confronti. «Ho preso tante legnate in questi anni, mi sono fidato e ho messo anche in difficoltà alcune persone che ho portato a lavorare con me. A Creta ho sbagliato, ho messo alcune persone in difficoltà dal punto di vista economico. A Pisa siamo durati con grande sofferenza. Sono cambiato, si ragionava a livello dilettantistico, a volte mi sono chiesto chi me lo faceva fare. Questo lavoro è complesso, se non stai sul campo non capisci la difficoltà. Mi piace fare l’allenatore, penso di avere le qualità per farlo. Sono andato tanto in giro per migliorare i miei concetti. Non mi danno fastidio i giudizi. Anche da giocatore appena sbagliavo due partite di fila, mi dicevano che ero uno scarpone. La fortuna che ho avuto me la sono guadagnata. Ho cambiato modo di gestire il mio lavoro, non leggo più i giornali perché voglio stare tranquillo e pensare solo al lavoro».

Kessie. «Lui è più esplosivo di me e segna anche più di me. È il giocatore che più mi assomiglia».

Bonucci. «Il capitano è lui e resterà lui. La squadra ha voglia di mettersi a disposizione. I giocatori si devono aiutare. Io mi sono sempre buttato nel fuoco per i miei compagni».

Consigli ricevuti. «Tutti mi hanno detto di picchiare duro».

Telefonate. «Ne ho ricevute tante. Ho sentito Terim, Sacchi, Capello e Cannavaro. Poi, ieri in serata è uscita anche una mia foto con le sembianze di un personaggio di Gomorra, ho spento il telefono».

Primavera. «Per me il gruppo è importante.
Per gruppo non intendo solo i giocatori, ma anche tutte le persone stanno intorno alla squadra. Mi è dispiaciuto molto lasciare i ragazzi della Primavera, con loro non ho mai avuto problemi, avrei voluto completare il lavoro. Partita dopo partita vedevo una squadra più convinta. Li ringrazio perché mi hanno dato tanto».
Ultimo aggiornamento: 20:53
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