In ritiro è nata un’altra Lazio.
L’UNIONE RITROVATA
Anche l’allenatore però ha fatto mezzo passo indietro verso lo spogliatoio. È severo sì, ma meno duro e rigido, ha capito che i colloqui individuali non avevano prodotto il cambio di passo. Così in clausura ha parlato in faccia a tutto il gruppo e forse stavolta lo ha davvero conquistato: «Veniamoci incontro». Non sul sacrificio, su quello Sarri non transige. È però meno integralista sul suo gioco: appurata la paura di sbagliare e il difficile stato d’apprendimento, Maurizio lascia più libertà ai giocatori di unire agli schemi nuovi le abitudini degli ultimi cinque anni. Tradotto: ammesso il contropiede e il lancio lungo, se utile a fare risultato in attesa di riuscire a palleggiare meglio e a correre meno a vuoto. La squadra lo ripaga con una partita intensa, a duemila, il pressing forsennato e nessun timore di duellare uno contro uno. Sarri finalmente può godersi una Lazio, che esce rinfrancata con un successo e un pareggio convincenti da una settimana che poteva rivelarsi orrenda. Poco importa che contro l’Atalanta si sia visto in campo un po’ di Inzaghi, e un po’ di Sarri. Il percorso non dev’essere traumatico, ma graduale e condiviso.
DANILO VICECAPITANO
Ora il mister applaude la determinazione, non rimprovera più nessuno in pubblico. Anche questo fa parte del patto. Sarri sta dispensando complimenti per un Luis Alberto più devoto e meno mago. Riabilitato per l’atteggiamento, ma anche a livello tattico con Milinkovic, grazie alla riscoperta di Cataldi equilibratore a centrocampo. Pedro a parte, questo è il primo vero colpo di Maurizio: un regista tenuto per anni nel sottoscala. In realtà, Danilo era stato anche tormentato da più di un infortunio, ma Inzaghi non lo aveva mai considerato troppo. Dopo il cambio in panchina, il centrocampista romano e laziale aveva persino rinunciato alle vacanze pur di convincere il nuovo tecnico. Con fiducia e nuovi stimoli, sembra esserci già riuscito: «Danilo è forte, lo volevo già ai tempi di Empoli – ha rivelato Sarri – e ora finalmente ha capito il suo ruolo». Prima o poi potrebbe perfino finire in azzurro (Verratti è out), Mancini lo guarda. E poi aspetta un altro regalo: lui è più “anziano” di Milinkovic, da titolare può prendersi la fascia da vice-capitano. Intanto ha sorpassato nelle gerarchie Leiva, che andrà in America a chiudere la carriera a giugno. L’allenatore voleva Torreira in estate, ma forse è già in casa il sostituto. È felice anche di questo Lotito, che comunque ha promesso a Sarri dei rinforzi a gennaio, almeno un centrale e una mezzala.
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