I giocatori dell'Iran hanno cantato (o meglio, sussurrato) l'inno prima della gara contro gli Stati Uniti ai Mondiali di Qatar 2022. Secondo una fonte della Cnn il governo di Teheran avrebbe, infatti, arruolato decine di agenti per monitorare i calciatori impegnati in Qatar. «Nessuno potrà aderire a qualsiasi forma di protesta, altrimenti i familiari potrebbero finire in carcere ed essere torturati».
La polemica
Ad accendere ulteriormente il clima il clima, il ct dell’Iran, l’allenatore portoghese Carlos Queiroz. Dopo il putiferio provocato dagli account social degli Stati Uniti che hanno mostrato la bandiera dello stato asiatico senza l’emblema della repubblica islamica, ha messo in riga gli americani, puntando l’indice sui loro problemi. «Siamo solidali con tutte le cause del mondo. Parliamo allora anche di diritti umani, di bambini che muoiono nelle scuole a causa delle sparatorie e di razzismo. Noi siamo solidali con tutti, ma vogliamo portare un sorriso per novanta minuti. Questa è la nostra missione». L’allenatore degli Stati Uniti, Gregg Berhalter, si è scusato per il tweet della bandiera: «Ribadisco che giocatori e staff non sapevano nulla. A volte accadono cose fuori dal nostro controllo. Noi possiamo solo scusarci».
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