Ha vinto Mourinho. Ha vinto Pinto. Hanno vinto i Friedkin. Hanno vinto i tifosi giallorossi. Ma soprattutto ha vinto la Roma. Perché l'ingaggio di Paulo Dybala dopo una notte tra tira e molla dove l'offerta iniziale avanzata dal club giallorosso (4,5 milioni più uno di bonus) è stata modellata in alto (non si esclude l'inserimento di una clausola rescissoria non alta a favore dell'argentino), regala al tecnico portoghese e alla squadra il top player agognato.
Così cambia la Roma
Paulo è tutto ciò. Trequartista o seconda punta, non fa differenza. La curiosità è capire come si integrerà nel 3-4-1-2 che Mourinho ha modellato nell'ultimo periodo e che sta riproponendo anche in questo avvio di annata. In teoria può essere «l'uno» dietro le due punte (arretrando Pellegrini in mediana) oppure l'attaccante vicino ad Abraham capace di arrivare facilmente in doppia cifra. Ma avere Dybala significa anche poter giocare con il 4-2-3-1 o il 4-3-3. Magari a trazione anteriore ma con una qualità e una potenza che in serie A avrebbe pochi rivali: Zaniolo a destra, Paulo al centro, Pellegrini a sinistra (come già accaduto in alcune gare della Nazionale con il ct Mancini) e davanti Abraham. Oppure: Abraham centrale con Zaniolo e Dybala ai lati. Come la si giri, viene fuori una squadra super. Che affinati i meccanismi difensivi (e non è un caso che nelle prime tre uscite stagionali la Roma non abbia subito reti) ora si può regalare un attacco finalmente prolifico. Con Dybala in squadra, tutto è possibile.
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