Ceferin torna sulla Superlega: «Un'idea senza senso». E sulla guerra: «Orgoglioso di quello che stiamo facendo con la UEFA»

Il presidente UEFA ha parlato del progetto tornato in primo piano negli ultimi giorni: "La prima volta lo hanno lanciato nel mezzo della pandemia, ora durante la guerra. Vivono in un mondo parallelo"

Giovedì 3 Marzo 2022
Ceferin torna sulla Superlega: «Un'idea senza senso». E sulla guerra: «Orgoglioso di quello che stiamo facendo con la UEFA»

Aleksander Ceferin, presidente UEFA, è tornato a parlare del progetto Superlega e - intervenuto al FT Business of Football Summit - ha ribadito la sua contrarietà: 

«Sono stanco di questo progetto non calcistico. Non è calcio. La prima volta lo hanno lanciato nel mezzo della pandemia, ora durante la guerra: vivono in un mondo parallelo. Mentre noi lavoriamo per salvare giocatori in questa situazione, loro vogliono rilanciare questo progetto. Possono pagare chiunque per dire che è un bel progetto, ma resta una idea senza senso.

Tra l’altro, uno dei dirigenti che ora è tornato a spingere per questo progetto mi ha chiamato per scusarsi, però ora comunque tira dritto».

«Per loro i tifosi - prosegue - sono consumatori, per noi i tifosi sono tifosi. La cosa interessante, inoltre, è che criticano UEFA ed ECA, ma uno di loro (Agnelli, ndr) ne era presidente e lodava il sistema. Nessuno gli vieta di giocare le loro competizioni. Ma se vorranno giocare le loro competizioni, non potranno giocare le nostre».

Ceferin fa poi il punto su quanto accaduto dal 2020 ad oggi: «Negli ultimi due anni il calcio e la UEFA hanno affrontato situazioni impossibili. Partendo dalla pandemia, con lo spostamento degli Europei e una grande perdita finanziaria per l’Uefa: se non lo avessimo spostato ci sarebbe stata però un'enorme perdita in tutta Europa da oltre 2 miliardi. Durante la pandemia, ci sono state situazioni critiche ogni giorno, tra le positività nelle squadre e i tifosi che non potevano entrare negli stadi. Ad aprile 2021 la Superlega, poi abbiamo dovuto fare i conti con gli Europei in 11 paesi durante pandemia. Poi il tema del Mondiale biennale e ora la guerra in Ucraina, la più terribile situazione che possa succedere. Non posso immaginare cos’altro possa succedere».

Infine una riflessione obbligatoria sul nuovo scenario continentale con lo scoppio della guerra in Ucraina e le ripercussioni sul mondo del calcio: «Nessuno si aspettava sarebbe potuta arrivare la guerra in Europa. Sono stato al telefono per 48 ore con giocatori e allenatori per aiutarli ad uscire dall’Ucraina. Ho parlato con tutti i governi ma nessuno poteva garantire sicurezza. Insieme alla federcalcio ucraina e alle federcalcio vicine dovevamo farlo: è difficile spiegare quanto siano state dure queste telefonate. Questa cosa è più grande del calcio ma sono orgoglioso di quanto la nostra famiglia stia facendo: alcune cose che facciamo non sono pubbliche ma continuiamo a farle. In questo momento è impossibile immaginare quando la Russia potrà rientrare nel mondo del calcio. La nostra decisione era l’unica giusta da prendere, è arrivata all’unanimità da parte del Comitato Esecutivo, ma è impossibile da dire cosa succederà domani. Per il momento aspettiamo solo che arrivi la pace».


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