Mondiali di nuoto, Razzetti: «Vogliamo confermarci, ma l'obiettivo rimane Parigi. Le nuove generazioni? Mi stimolano»

Le parole del nuotatore azzurro impegnato a Fukuoka

Venerdì 21 Luglio 2023 di Piero Mei
Mondiali di nuoto, Razzetti: «Vogliamo confermarci, ma l'obiettivo rimane Parigi. Le nuove generazioni? Mi stimolano»

È un Razzo a tre stadi quello che sta per tuffarsi a Fukuoka, Giappone, mondiali in acqua, specialità nuoto, la più mediatica e attesa. «Siamo una squadra fortissimi» ha l’aria di pensare Alberto Razzetti detto Razzo, con un programma personale di tre gare individuali e quattro stili: le due prove dei misti, 200 e 400 metri, e i 200 delfino, «lo stile che mi piace di più, il primo amore non si scorda mai, il dorso quello che mi piace di meno».

Tre gare individuali le ha anche Thomas Ceccon, ma con un contorno tosto di staffette veloci. Paltrinieri ne ha due in vasca dopo le tre in mare: «Ma Greg è Greg», Razzetti onora il Capitano. «Pure io farei volentieri una staffetta, una 4x200 delfino: noi azzurri saremmo molto molto competitivi, Burdisso, Carini, io…». Non diciamolo due volte, sennò quelli che fanno il calendario ne approfittano ed aggiungono pure questa, tanto la salute mentale degli atleti interessa loro meno di quella dei conti degli incassi…

Mondiali nuoto Fukoka, oro italiano nella staffetta di fondo
«Eh sì, la salute mentale sta venendo fuori come un vero problema per parecchi ragazzi, mica solo nel nuoto» dice Razzetti. «Come mi proteggo? Cerco di godermelo il mio nuoto. Bisogna avere obiettivi, questo è chiaro, pensarci, ma non farne un’ossessione. La mattina quando vai in piscina devi avere l’idea principalmente di divertirti; io ci provo. Sto da tre anni a Livorno, se non mi divertivo me ne ero già andato. Con Stefano Franceschi ho un bel rapporto: è l’allenatore, ma anche un amico, possiamo parlare di tutto. E con i ragazzi e le ragazze che si allenano lì siamo amici, un bel gruppo». Di loro, ai mondiali sono in tre, Sara Franceschi, anche lei per i misti, e Matteo Ciampi. I misti sembrano la specialità della casa. Il famoso “cacciucco”, zuppa di pesci che nuotano in tutti i modi.
Razzo lo fa da quando aveva cinque mesi: è del ’99, secolo scorso e sta arrivando già la Next Generation: «È bello che in Italia vadano forte anche i ragazzini, quelli ‘dopo di noi’: ti stimola, perché mica si fanno lo scrupolo di batterti, e quindi non puoi addormentarti lì».

 


Si addormenterà la favolosa Italia del 2022, Mondiali di Budapest ed Europei di Roma, alla nuova prova giapponese? «Come si dice? Vincere è difficile, confermare di più. Ma io sono fiducioso. Per quanto mi riguarda, la preparazione è venuta bene». E poi? «E poi vedremo. Nei 200 delfino si è aperta una prateria con la rinuncia di Milak; ci sono 12 o 15 ragazzi capaci di nuotare da 1:54, come fai a dire chi salirà sul podio? Honda il giapponese, gli americani, Ponti?».
E sui 400 misti c’è il record italiano di Luca Marin che è quasi maggiorenne: quel 4:09.88 del 2007 a Melbourne mondiale. «Ci sono andato a tre centesimi, prima o poi me lo prendo». Il prima è Fukuoka, il poi è Parigi 2024. «Le Olimpiadi, si sa, sono l’obiettivo di un atleta; ma, una cosa per volta… per ora c’è Fukuoka…». E l’Italia che è l’America dell’Europa nel nuoto… «Beh, con le dovute proporzioni… Diciamo che a livello continentale e non solo siamo competitivi: ci guardano con rispetto».


Sui 400 misti c’è il francese Marchand. «Lui può anche battere l’ultimo record di Phelps; due anni fa faceva le gare come le faccio io adesso, un po’ più lento nel dorso. Posso sperarci anch’io per il futuro, no?». «Ma non devo pensarci troppo: ho la mia routine il giorno della gara, senza superstizioni né musiche speciali: staccare fra batterie e finale, la tensione che sale in camera di chiamata, pensarci da allora…». E vedere l’effetto che fa. Come l’effetto che farà il Giappone: «Sono stato a Tokyo per le Olimpiadi, ma c’era il Covid, ho visto il Villaggio Olimpico e la piscina, nient’altro. Stavolta prolungherò il soggiorno, con Marco De Tullio: voglio vedere il Monte Fuji e mangiare sushi: quello in Italia mi piace, lì dicono che è ancora meglio…». Però il cacciucco è il cacciucco… «Mai mangiato ma l’ho messo nella lista nelle cose da fare». Anche le gare in mare, lei che è di Sestri Levante? «Quelle no: ho fatto qualche miglio nautico e una volta una tre chilometri: ero stremato, mai più». E allora Greg? «Ma Greg è Greg». L’amore? «Single». L’account instagram è @officialrazzo per le interessate… Il cuore da condividere con il Genoa e la Ferrari.

© RIPRODUZIONE RISERVATA