Mondiali, Arianna Bridi stacca il pass olimpico con l'ottavo posto: «Lo dedico a me stessa»

Arianna Bridi esce dal tunnel dopo i due interventi chirurgici

Sabato 3 Febbraio 2024 di Piero Mei
Arianna Bridi - Foto Giorgio Scala e Andrea Staccioli DBM

Le lacrime forzano la resistenza degli occhi di Arianna Bridi e sgocciolano sulle sue gote rosse di fatica; sgocciolano come l’acqua del mare di Doha, gelido, e che ha riportato a galla, sul corpo e nella mente, l’Arianna bambina adolescente che si tuffava lassù, nei freddi laghi del suo Trentino, specie quello di Caldonazzo. Il cuore di Arianna batte all’impazzata: quel cuore che l’ha tenuta fuor d’acqua per cinque giorni senza fine che sono divenuti prima mesi e poi anni (cinque dall’ultima volta in azzurro).

Miocardite la diagnosi. Due gli interventi chirurgici. Eterna la ripresa. Ma ora ha preso il biglietto per Parigi, grazie all’ottavo posto appena ottenuto nella 10 chilometri del nuoto di fondo «che per me sono stati lunghi cinque anni dal tredicesimo posto di Gwangju 2019 che mi tenne fuori dalla qualifica per Tokyo per 4 decimi di secondo». Grazie ad Arianna ed a questa classifica l’Italia avrà un posto in prima fila sulla Senna olimpica tra le 22 ragazze-squalo (chissà se i fondamentalisti della cultura woke direbbero “le squale”, forzando la non corrispondenza di genere fra il lessico e il sesso) ammesse ai Giochi.

Le dichiarazioni di Arianna Bridi

«Lo so che non è mio ma dell’Italia, ma in questi mesi farò di tutto perché sia mio» commenta serena.

E quando una che ha la forza fisica e morale della Bridi dice che farà di tutto, la concorrenza, per agguerrita che sia, è avvertita. Perché Arianna è stata capace di due bronzi mondiali nel 2017, ventiduenne, e di un titolo europeo, nel 2018, e poi di affrontare l’inidoneità fisica, la chirurgia, il pensiero tarlo di smettere o, peggio, di dover smettere, il cambio di mondo sportivo («A Ostia mi hanno accolto tutti e aiutato, giovani e meno, staff e Federazione, Esercito, tutti»: lì, al Centro Federale, è l’eccellenza di questa faticosissima disciplina), di riprendere a nuotare, ripresentarsi “a mare” a febbraio, fare un primo tentativo in Coppa del mondo a maggio, salire su di un podio di Coppa europea a giugno, vincere un titolo italiano a luglio, guadagnare una convocazione mondiale a dicembre ed essere sul pontone del Porto Vecchio di Doha mondiale adesso.

Dunque, se ci si mette… E a Doha ci si è messa, pure se il mare schiumava e se alle boe di virata (il campo di gara era un rettangolo da percorrere sei volte, da un lato lungo casette colorate pastello e alle spalle grattacieli rampanti, dall’altro un “mostro del mare”, un’enorme nave da crociera che faceva sembrare meno che moscerini le barche appoggio per la gara) le 71 concorrenti si davano alla ressa e alla rissa «e a me queste gare di contatto fisico non piacciono» spiegava Arianna.

Ginevra Taddeucci si piazza 22esima

E’ partita, comunque, mettendosi nel gruppo nella sua tattica che è d’attesa, mentre l’altra azzurra, Ginevra Taddeucci, partiva nella sua, che è d’attacco ed avrebbe pagato alla fine, anzi un po’ prima, finendo 22esima. Davanti s’alternavano prima la Grimes, americana, poi la fenomenale olandese Van Rouwendaal (che alla fine avrebbe vinto in quasi due ore, 1h57:26.28: medaglie a gogò in vasca e in libertà nella carriera di questa 31enne), poi c’erano gli strappi della monegasca Pou e dell’australiana Johnson con la spagnola De Valdès (seconda alla fine) sempre in alta quota. Arianna non si faceva notare ma era sempre lì e ci restava fino alla biglietteria per Parigi.

«Nuoto sempre per vincere l’oro anche se stavolta l’importante era la qualifica olimpica, dunque un po’ di delusione c’è» dice e aggiunge che “magari la medaglia a Parigi”… E’ il prossimo step, il sogno confessato. C’è pure lo spazio per definire “surreale” la vita che gli è capitata e per la dedica speciale «a una persona cui non ho mai dedicato niente e che ho trattato malissimo». Ti aspetti un familiare, un allenatore, un amore e invece Arianna dice: «A me stessa».

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