Era la scrittrice assassinata nel bagno di casa nel capolavoro di Dario Argento del 1975 «Profondo rosso».
Giuliana Calandra era stata sposata con l'attore e produttore teatrale Antonio Radaelli, morto nel 2007. Nata il 10 febbraio 1936 a Moncalieri (Torino), inizia giovanissima la carriera in teatro, entrando nella compagnia di Anna Proclemer e di Giorgio Albertazzi, e alla fine degli anni '50 debutta come attrice di prosa in tv. Nel 1973 interpreta lo sceneggiato televisivo «Napoleone a Sant'Elena» e l'anno successivo è nel cast di «Anna Karenina». Nel 1978 prende parte al ciclo televisivo Rai sulle opere di Eduardo De Filippo. Il cinema inizialmente affida a Giuliana Calandra solo brevi parti in grandi film: «8 e mezzo» (1963) di Federico Fellini, «Deserto rosso» (1964) di Michelangelo Antonioni, «Vaghe stelle dell'Orsa» (1965) di Luchino Visconti e «Prima della rivoluzione» (1966) di Bernardo Bertolucci, fino a «Giù la testa» (1971) di Sergio Leone. Il suo vero esordio nel cinema è considerato con Lina Wertmüller in «Film d'amore e d'anarchia» (1973).
Dopo «Profondo rosso» in cui è protagonista di una delle sequenze omicide più riuscite della storia del cinema, seguono «L'ultima donna» (1976) di Marco Ferreri, «Caro Michele» (1976) di Mario Monicelli, «Ritratto di borghesia in nero» (1978) di Tonino Cervi. Negli anni '80 si dedica soprattutto al teatro e alla tv e torna al cinema con Vittorio Gassman ne «Il turno» (1981), «Bello mio bellezza mia» (1982) di Sergio Corbucci, «Sesso e volentieri» (1982) di Dino Risi, «In viaggio con papà» (1982) di Alberto Sordi e «Il petòmane» (1983) di Pasquale Festa Campanile.Al teatro tra le ultime apparizioni è stata diretta da Luca Ronconi in una trasposizione del «Pasticciaccio» di Carlo Emilio Gadda.