BRUXELLES - La 'strong ale' ambrata Millican Extra, prodotta dal birrificio abruzzese Mezzopasso situato nei pressi di Popoli, in provincia di Pescara, è stata nominata migliore birra del concorso professionale belga Brussels Beer Challenge.
Le birre partecipanti sono state suddivise in categorie in base all'origine, alla tipologia e allo stile e degustate nel corso di tre giorni di assaggi. Le migliori birre di ogni categoria sono state quindi premiate con una medaglia d'oro, d'argento o di bronzo. La squadra di birre messa in campo dall'Italia quest'anno ha conquistato il secondo posto assoluto con 37 medaglie alle spalle del Belgio (81) e davanti all'Olanda (34).
Il riconoscimento assegnato dal Beer Challenge di Bruxelles è utilizzato dai produttori di birra come marchio di qualità e strumento di marketing. In questo senso, il Brussels Beer Challenge, creato da Becomev (Beer Communications & Events) sotto la guida di Luc De Raedemaeker e Thomas Costenoble, rappresenta una sorta di guida per i consumatori alla ricerca di birre di qualità.
"Un trofeo che dà grossa energia e fiducia a noi che lavoriamo duro tutti i giorni", assegnato da un "concorso internazionale che, insieme a quello di Norimberga, è tra i più importanti d'Europa". Lo ha detto Gabriele Di Marcantonio, fondatore, assieme all'ex compagno di scuola Bernardo Perfetti, del birrificio di Popoli premiato a Bruxelles.
"I concorsi ti danno visibilità al di fuori del tuo contesto solito di lavoro e con questo premio ci aspettiamo una risonanza abbastanza ampia" in un mercato - quello della birra artigianale - che anche in Italia "si sta un po' allargando e si sta ritagliando una sua nicchia di valore", nonostante il consumo procapite rimanga ancora "tra i più bassi in Europa", ha spiegato Gabriele. Le difficoltà commerciali infatti rimango tante: "in pochi - ha sottolineato - hanno disponibilità di grossi budget per fare marketing su grande scala e quindi il mercato rimane molto locale", nonostante la qualità del prodotto nel nostro Paese "si sia molto alzata" e a dimostrarlo ci sono anche "i riconoscimenti europei degli ultimi anni".
"La discriminazione più grande che viviamo in Italia - ha segnalato infine Gabriele - è che il vino non paga le accise, invece noi sì, anche se dopo il covid per i piccoli produttori un po' sono diminuite". I piccoli birrifici - ha concluso - scontano quindi il prezzo "di una sorta di protezionismo sui prodotti che attirano di più" e quindi "soffrono la competizione anche delle birre estere provenienti da Paesi di grande tradizione birraia" che godono degli stessi "vantaggi" del vino in Italia.