Turetta, la Procura fa appello: «Ci furono crudeltà e stalking, vanno riconosciuti»

giovedì 22 maggio 2025, 02:50 - Ultimo agg. 19:28
Turetta, la Procura fa appello: «Ci furono crudeltà e stalking, vanno riconosciuti»
di Gianluca Amadori
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VENEZIA - «Le aggravanti della crudeltà e dello stalking devono essere riconosciute». La Procura di Venezia ha presentato appello contro la sentenza con cui, lo scorso 3 dicembre, la Corte d’assise di Venezia ha condannato all’ergastolo Filippo Turetta, il ventitreenne di Torreglia, in provincia di Padova, riconosciuto responsabile dell’uccisione dell’ex fidanzata, Giulia Cecchettin, avvenuta l’11 novembre del 2023. Il sostituto procuratore che ha condotto le indagini sull’omicidio, Andrea Petroni, ha dedicato una ventina di pagine per illustrare i motivi per i quali chiede alla Corte d’assise d’appello di riconoscere anche le due aggravanti che in primo grado (presidente Stefano Manduzio, giudice a latere Francesca Zancan) sono state escluse.

Le parti civili

«Ci rincuora il fatto che la Procura abbia impugnato la sentenza - ha commentato l'avvocato Stefano Tigani, legale di parte civile al processo per conto del padre di Giulia, Gino Cecchettin - Conferma che la richiesta di impugnazione del nostro collegio difensivo a tutela della famiglia Cecchettin era fondata. Attendiamo quindi l’appello è lì saremo pronti a sostenerlo con le argomentazioni giuridiche e di fatto che abbiamo da subito fatto nostre», ha proseguito l’avvocato a nome del collegio difensivo dei familiari della vittima, composto anche dagli avvocati Piero Coluccio e Nicodemo Gentile. I termini per presentare appello contro la sentenza di primo grado scadranno il 27 maggio, data entro la quale anche il difensore dell’imputato, l’avvocato Giovanni Caruso, dovrebbe depositare il suo atto di appello. Dal legale padovano, però, ieri non sono arrivate anticipazioni, né dichiarazioni di alcun tipo. Poiché l’imputato ha ammesso la propria responsabilità, è probabile che il legale ribadisca la richiesta di concessione delle attenuanti generiche per ottenere uno sconto di pena. La Corte d’Assise ha condannato Turetta per omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dal rapporto affettivo con la vittima, nonché sequestro di persona e occultamento di cadavere. La pubblica accusa insiste per il riconoscimento delle due attenuanti negate in primo grado, anche per “compensare” l’eventuale concessione delle “generiche”.

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