Rischio Superbonus, in Veneto chiusi solo 6 cantieri su cento. «Lavori per un miliardo, difficile che finiscano entro l'anno»

Venerdì 22 Dicembre 2023, 09:33 - Ultimo aggiornamento: 16:56

Contenziosi per i ritardi

Un miliardo per lavori in attesa di essere portati a sconto, con la conseguente apertura di contenziosi tra committente e imprese sui ritardi. Ma non solo. «Tutto questo creerà anche problemi economici alle imprese, che si troveranno continua il presidente Salmistrari a non poter portare in detrazione o a sconto gli importi, con una conseguente pressione finanziaria che sicuramente avrà dei ritorni ben poco positivi». E aggiunge: «Abbiamo pressato il governo per consentire di portare in detrazione gli importi dei lavori eseguiti fino al 31 dicembre. Sembra tuttavia che la nostra richiesta non venga seguita e accolta, soprattutto dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, contrario a qualsiasi proroga inerente al Superbonus. Ognuno ha le proprie idee». Salmistrari riconosce infatti che senza l'aiuto del Superbonus che non ha elargito vantaggi solo al settore dell'edilizia ma anche a tutta la lunghissima filiera da esso sostenuta, a partire dai produttori dei materiali il Pil nazionale non avrebbe avuto lo stesso rimbalzo. «Avremmo avuto problemi maggiori rispetto al deficit dello Stato, dato dal Superbonus». Al netto, naturalmente delle truffe certificate.

Quanti cantieri di cono in Veneto?


Il presidente ha sottolineato poi come, proprio in tema di Superbonus, i cantieri avviati in Veneto dato che risale al 30 novembre scorso siano poco più di 55mila, con una spartizione del 10-15% tra le varie province. A livello regionale solo il 6,8% di questo patrimonio immobiliare interessato dal Superbonus (con una media nazionale di riqualificazione ferma al 5,2%) registra lavori effettivamente conclusi. Il lavoro portato avanti ha dunque interessato soltanto una minima parte del patrimonio abitativo. Un risultato non del tutto soddisfacente, come confermato dallo stesso presidente Ance. «Se con il contributo dello Stato è stata sistemata solo una percentuale irrisoria, come ci si aspetta di mettere mano al restante 93% senza finanziamenti? La questione va studiata bene: non può essere lasciata all'iniziativa del singolo».


Va detto comunque che, se considerata la panoramica nazionale, una maggior concentrazione di interventi si conferma al Nord (poco più del 50%). E in tutto questo va segnalato pure un miglioramento significativo delle prestazioni energetiche del parco edilizio nazionale, con un +4% di edifici nelle classi più performanti, a fronte però di un 55% del patrimonio edilizio certificato che si trova ancora nelle classi più basse (F e G). A conferma di come di lavoro da fare ce ne sia ancora.

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