Pensioni, stop benefici all'estero: dopo la stretta in Portogallo gli italiani tornano a casa

Venerdì 16 Febbraio 2024, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 15:36

I numeri

Per capire meglio la situazione bisogna affidarsi ai numeri. Ogni anno gli enti previdenziali stranieri pagano la pensione a circa 400mila nostri concittadini che, dopo aver risieduto e operato all’estero, hanno deciso di tornare in patria. Il monte totale di questi assegni, come ha ricordato in diverse occasioni l’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico, è di poco oltre i tre miliardi di euro. La metà del totale riguarda ex immigrati in Svizzera. In sostanza, entra nel nostro Paese una cifra pari allo 0,2 per cento del Pil, pagato da altre nazioni che nei nostri confini nazionali genera consumi, investimenti e tassazione. A onor di cronaca, sul versante fiscale più sul fronte dell’Iva e dellE addizionali locali, perché il pensionato che rientra nel Belpaese in un piccolo comune del Sud si vede applicare per 9 anni un’aliquota sui redditi pari al 7 per cento.


Di converso, stando ai dati elaborati nell’ultimo rapporto di Itinerari previdenziali su informazioni forniti dall’Inps, «i pensionati residenti all’estero nati in Italia» erano 274.544 nel 2022, 22.400 in meno rispetto al 2020. Leggendo in filigrana il report Inps-Fondazione Migrantes “L’Italia delle partenze e dei ritorni” - si scopre che nel 2022 le domande per farsi erogare il proprio assegno pensionistico all’estero sono state 4.600 contro le quasi seimila degli anni 2018-2019. Più in generale, l’Inps paga per le pensioni all’estero oltre 1,4 miliardi di euro, ma in questo novero rientrano anche le prestazioni di cittadini stranieri (circa il 20 per cento del totale) che hanno pagato contributi nel Belpaese e poi sono tornati a casa. In sostanza, sul fronte della cosiddetta previdenza estera, il saldo per il sistema Italia tra quanto incassato e quanto speso è di 1,6 miliardi di euro: lo 0,1 per cento del Pil.

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