Femminicidio, è questa la parola dell'anno 2023 scelta da Treccani: «Bisogna porre l'attenzione sul fenomeno della violenza di genere»

Giovedì 28 Dicembre 2023, 18:06 - Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 22:17

Le reazioni del mondo della politica

«Una scelta importante, perché la battaglia contro la violenza sulle donne va assolutamente combattuta anche sul piano culturale e le parole danno un nome alle cose, ai fenomeni, trasmettono conoscenza, creano consapevolezza, hanno la forza di arrivare ovunque e di far riflettere». Lo scrive su Facebook Mara Carfagna, presidente di Azione, che aggiunge: «Si parla di femminicidio per indicare qualcosa di più dell'omicidio di una donna, per rappresentare cioè un delitto che nasce da quella visione profondamente distorta, e difficile da scardinare, secondo cui la donna è un oggetto, una proprietà, una preda su cui l'uomo pretende di esercitare il controllo, il dominio, anche ricorrendo alla violenza. È questo maschilismo ancora oggi molto diffuso che va rimosso. Occorre una vera rivoluzione culturale - conclude Carfagna - e per fare una rivoluzione anche le parole sono importanti».

«Decisione ineccepibile, la parola femminicidio esprime l'assassinio di una donna in quanto donna ritenuta a disposizione del maschio che ne pretende il possesso. L'ingresso di questa fattispecie di reato nel nostro codice penale evidenzia l' impossibilità di procedere con un linguaggio giuridico costruito sulla figura inesistente dell' individuo neutro che cancella la differenza femminile». Così Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera.

«Si tratta di una scelta importante perché pone l'accento sul significato profondo che questo termine porta con sé: il motivo per cui una donna viene uccisa, legato, appunto, al suo essere donna. Viene dunque messo in evidenza il carattere culturale e la matrice patriarcale che sottende all'uccisione di una donna, la volontà di sottomissione e di controllo, l'incapacità di accettarne la libertà. Un nome non a caso elaborato dalla criminologia femminista. Un tema prima di tutto culturale, come sottolinea l'Istituto dell'Enciclopedia, su cui è necessario un dibattito serio, per tenere acceso il riflettore sul numero spaventoso di donne uccise per mano di un uomo, spesso familiare, ma anche per saper dare il giusto nome alle cose. È il solo modo infatti per capirle, poterle contrastare e prenderne consapevolezza. Treccani, dunque, fa qualcosa di molto importante sia sul piano culturale che politico». A dichiararlo è Cecilia D'Elia senatrice PD e vicepresidente della commissione femminicidio.

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