Escalation. Una parola che risuona da oltre un anno e mezzo sui media europei, legata al rischio che il conflitto tra Russia e Ucraina possa aumentare di violenza fino a convincere il Cremlino a fare ricorso alle armi nucleari. Ora “l’escalation” - come rischiosissima possibilità - si sposta sulla Striscia di Gaza, dov’è in corso la massiccia controffensiva di Israele dopo il terribile attacco palestinese di sabato scorso. Ma qui il concetto assume connotati diversi, perché il rischio, di “escalation” appunto, non è legato a un maggiore dispiego di mezzi in campo o al ricorso ad armi più pericolose, quanto piuttosto a un allargamento del conflitto stesso. In sostanza, a fare paura è la possibilità che altri Paesi arabi possano schierarsi a fianco ad Hamas, circondando Israele e impegnando su più, sanguinosi fronti le truppe di Gerusalemme. Lo scenario appare al momento improbabile ma ci sono stati segnali che invitano le diplomazie internazionali a stare con le antenne ben dritte.