Il futuro di Gaza
Il futuro di Gaza è più che mai incerto ora. In questo momento la Striscia è sotto i bombardamenti, senza acqua e senza carburante. Due terzi degli ospedali, abbiamo scritto all'inizio, non funzionano. Prova a rispondere alla domanda su Gaza il presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun. «Come ebreo italiano non vedo l'ora che si possa avviare un autentico processo per arrivare alla pace. Gaza è stata restituita da Israele nel 2005, i coloni ebrei sono stati portati via con la forza per permettere di creare un enclave del futuro stato palestinese». «È una terra benedetta con campi agricoli meravigliosi, un affaccio sul mare, sarebbe potuto essere un paese di turismo di accoglienza, ed è stata trasformata in enclave del terrorismo internazionale - prosegue Aggiungo, a 70 km da Gerusalemme e Tel Aviv. Il teatro dell'orrore è a 70 km da Gerusalemme e da Tel Aviv. Israele lo ha restituito nel 2005. Vi prego fateci un paese bellissimo, vogliamo essere vostri fratelli e vostri dirimpettai, invece è diventato un teatro dell'orrore».
No a sfollare i cvili da Gaza, tuona il ministro degli Esteri giordano che ha affermato che Amman «affronterà qualsiasi tentativo di sfollare con la forza Gaza durante i combattimenti». Intervenendo al dibattito del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Ayman Safadi ha avvertito che il ciclo di violenza continuerà senza l'intervento del Consiglio e lo ha invitato ad approvare una risoluzione che chieda un cessate il fuoco. «La violenza nasce dalla morte della speranza», ha detto. «Non permetteremo che la furia, la rabbia, il dolore determinino il nostro futuro. Ciò genererà solo più rabbia, più dolore. Solo una pace giusta garantirà la sicurezza di Israele e della Palestina. La crisi è diventata più profonda perché non ci sono prospettive di porre fine all'occupazione».