La strategia di Mosca
Un approccio che lascerebbe intendere la volontà di Mosca di congelare il conflitto continuando a logorare l’avversario già in netta inferiorità numerica e con una capacità di riassorbimento drammaticamente minore. Anche le poche battaglie ancora attive, dal punto di vista russo, sembravano volte a porre le condizioni territoriali per un compromesso politico a tempo debito. Almeno due, infatti, restano gli obiettivi territoriali di Mosca. Avdiivka, città-fortezza ucraina già accerchiata e sensibile perché troppo vicina all’omonimo capoluogo dell’oblast di Donetsk in mano russa dal 2014. E Kupyansk, città rimasta erroneamente sguarnita dagli ucraini (che appunto solo ora pensano di rifortificare), la cui cattura serve ai russi per assicurarsi il controllo del fiume Oskil, confine naturale che il Cremlino potrebbe rivendicare durante le trattative per un cessate il fuoco che arresti e al contempo consolidi la presa russa dal Donbas settentrionale fino all’estuario del Dnepr.