BORGO VENETO (PADOVA) - Come sta M.D.S.? È la domanda che a Borgo Veneto si pongono tutti. Celebrate le esequie del compagno Silvano Vigato, ora l'attenzione è concentrata su di lei: sul suo decorso, su cosa ricorderà di quel terribile 29 gennaio e se sarà in grado di riferire agli investigatori elementi essenziali a ricostruire l'accaduto.
La situazione
Nei giorni scorsi, la 55enne di Santa Margherita d'Adige è stata trasferita dalla terapia intensiva dell'ospedale di Schiavonia al reparto di neurologia della stessa struttura. È stabile, ma non sarebbe ancora in condizioni di parlare. Stando a quanto si apprende, le speranze di recupero ci sono, ma il percorso è lungo e l'esito tutt'altro che scontato. La speranza dei medici è che i danni cerebrali riportati dalla donna, potenzialmente da carenza prolungata di ossigeno, non siano permanenti. Nei giorni scorsi, ha ricevuto la visita della figlia in ospedale: un contatto a lungo atteso e, si spera, benefico. Ed era stata proprio la giovane a ritrovare la mamma ea dare l'allarme.