Caldo record e crollo temperature: rischio malattie da raffreddamento, sinusiti e dolori. Come sopravvivere al meteo impazzito

I repentini sbalzi di temperature come quelli di questi giorni, possono rappresentare un rischio per la salute: una guida per proteggersi

Mercoledì 30 Agosto 2023 di Maria Rita Montebelli
Come sopravvivere al meteo impazzito

Un rapido crollo delle temperature, passando da un giorno all'altro, ma anche nell'arco della stessa giornata da valori estremamente alti a valori inferiori alle medie stagionali (come è accaduto nelle ultime ore) può compromettere la nostra salute.

Nessuno ne è indenne, anche se a risentirne maggiormente sono bambini, anziani e chi è affetto da una condizione cronica.

Gli sbalzi di temperatura rappresentano uno stress test per il corpo, simile a quello indotto artificialmente dal passaggio del caldo estivo torrido all'esterno, al fresco (spesso eccessivo) delle case con l'aria condizionata. Il nostro corpo, infatti, non è pronto a un cambio repentino. Piuttosto ha bisogno di acclimatarsi. Lo fa con grande efficienza, ma con gradualità. E, alla luce quello che sta accadendo in questi giorni, non gliene viene davvero dato il tempo.

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IL TERMOSTATO

Il nostro organismo ha un suo efficientissimo termostato che, coinvolgendo una serie di organi e apparati (dalla tiroide, al sistema circolatorio, al sistema nervoso, al tessuto adiposo), riesce a mantenere costante la temperatura corporea intorno ai 37 gradi. Ma per adeguarsi alle variazioni di temperatura atmosferica può impiegare da qualche ora a molti giorni (fino a due settimane). E se la colonnina di mercurio crolla nell'arco di poche ore, il nostro corpo non riesce a tener testa a queste variazioni così repentine e accentuate.


Gli sbalzi di temperatura possono far comparire malattie da raffreddamento, sinusiti, provocare disturbi intestinali e risvegliare dolori osteo-articolari sopiti con l'estate. Il clima altalenante in particolare apre la porta a virus (adenovirus soprattutto e altri virus respiratori, mentre l'influenza non è ancora arrivata nel nostro emisfero) e batteri. Questo accade perché le mucose di naso e alte vie respiratorie non sono più in grado di "spazzare" via questi ospiti indesiderati. Il freddo (soprattutto quello improvviso) mette fuori uso il movimento delle "cilia", una sorta di "capelli" di cui sono dotate le cellule delle mucose respiratorie, la funzione delle quali è appunto quella di convogliare verso l'esterno germi e sostanze estranee, con le quali veniamo continuamente in contatto. Non è insomma tecnicamente la temperatura più bassa a farci raffreddare o a provocarci una bronchite, quanto il fatto che viene messo fuori uso nostro sistema di difesa dalle infezioni.


Da tenere presente che il "colpo di freddo" può favorire anche problemi intestinali, provocando dolori addominali crampiformi e diarrea, non necessariamente legati ad una gastro-enterite di natura infettiva. A risentire di questo clima altalenante possono essere anche le persone affette da cardiopatie e ipertensione arteriosa. Come difenderci dunque da questa tarantella delle temperature? Per cominciare vestendoci a strati, così da poterci adeguare rapidamente alla colonnina di mercurio, anche quando ci troviamo fuori casa, aggiungendo o sottraendo strati di vestiario.

LE CALORIE

Anche l'alimentazione dovrà essere adattata al clima. Ma aspettiamo ad aumentare le calorie visto che il caldo potrebbe tornare. Mantenere un'adeguata idratazione, continuare con tè e tisane calde o fredde. Bene è ripopolare l'organismo di batteri "buoni", come quelli presenti in yogurt, kefir e le bevande di latte fermentato ricche di ceppi batterici salutari. La variabilità a breve termine delle temperature è anche uno dei sintomi dei cambiamenti climatici, che sta diventando il nostro quotidiano. Questo rappresenta una sfida di adattamento per l'uomo, che non sempre riesce a fronteggiarla in modo adeguato. E le conseguenze sono tutt'altro che banali. Un importante studio internazionale di Yao Wu e colleghi, pubblicato su Lancet Planetary Health, ha indagato le ricadute dell'aumento della "variabilità delle temperature", evidenziato a livello globale negli ultimi venti anni, correlandolo ad un eccesso di mortalità del 4-6% per decade. Questa ricerca ha esplorato l'associazione tra variabilità della temperatura e mortalità in 43 paesi o regioni. Una tendenza crescente nella variabilità della temperatura è stata identificata a livello globale dal 2000 al 2019.

IL PERICOLO

L'aumento maggiore si è verificato in Australia e Nuova Zelanda seguite da Europa e Americhe e Africa. "Sebbene i meccanismi biologici non siano stati completamente chiariti, implicano un difficile processo di adattamento termico alla variabilità della temperatura" si legge nello studio.
A rappresentare un pericolo per la nostra salute non sono dunque solo le temperature estreme, verso l'alto o il basso, ma anche gli sbalzi a breve termine.
 

Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 12:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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