Vaccino anti-Covid, tutti i dubbi e le raccomandazioni degli esperti

Giovedì 3 Dicembre 2020 di Michela Allegri
Vaccino anti-Covid, tutti i dubbi e le raccomandazioni degli esperti

Dalla prossima settimana in Gran Bretagna sarà disponibile il siero della Pfizer-BioNTech. Il Regno Unito farà così da apripista nella corsa al vaccino anti-coronavirus. Ma anche in Italia è iniziata la preparazione della più grande campagna di sensibilizzazione mai attuata, con la presentazione in Parlamento del Piano per i vaccini Covid da parte del ministro della Salute Roberto Speranza. L’acquisto del vaccino è centralizzato e verrà somministrato gratuitamente a tutti gli italiani. Iniziano però già i primi problemi: il rischio è che una volta partite le immunizzazioni il livello di attenzione delle persone si abbassi notevolmente, con la falsa sicurezza di essere finalmente al riparo dall’incubo dei contagi, della malattia, dei ricoveri in terapia intensiva. Non sarà così. Bisognerà procedere per gradi e, soprattutto, continuare a rispettare ancora a lungo le normative anti-contagio: indossare le mascherine e mantenere le distanze di sicurezza.

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L’ALLARME DELL’OMS

Un allarme che arriva direttamente dall’Organizzazione mondiale della sanità: non ci saranno abbastanza vaccini nei prossimi 3-6 mesi da prevenire un aumento dei contagi da coronavirus. Lo sostiene il capo delle emergenze dell’Oms, Mike Ryan: «Non avremo vaccini a sufficienza per evitare un aumento dei casi per tre-sei mesi», ha detto l’esperto dell’agenzia dell’Onu invitando tutti a continuare a seguire il distanziamento sociale e le altre regole anti-Covid.

 

IL REGNO UNITO

Intanto gli occhi del mondo intero sono puntati sulla Gran Bretagna. Nel Regno Unito la priorità nel processo di immunizzazione verrà data agli anziani delle case di riposo e al personale medico. L’agenzia indipendente di controllo e regolazione dei farmaci inglese (Mrha) ha assicurato che l’approvazione del medicinale è avvenuta nel rispetto delle più scrupolose verifiche scientifiche e «senza prendere scorciatoie», ma non sono mancate critiche e polemiche. L’Agenzia europea per i medicinali (Ema), incaricata di approvare i vaccini Covid-19 per l’Unione Europea, ha affermato che la sua procedura di approvazione è più lunga e più appropriata, visto che si basa su più prove e richiede più controlli rispetto a di emergenza scelta dalla Gran Bretagna. Secondo Guido Rasi, fino a pochi giorni fa alla guida dell’Ema, quello inglese è un «passo sostanzialmente politico non privo di rischi». Mentre l’immunologo Roberto Burioni ha sottolineato che il vaccino Pfizer non sarà autorizzato sotto i 16 anni di età e non è indicato per donne in stato di gravidanza o in fase di allattamento.

 

LE CRITICHE

Per Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), il passo avanti della Gran Bretagna non comporterà sostanziali vantaggi. «Noi siamo felicemente e compiutamente parte dell’Unione europea - ha detto - quindi i tempi di valutazione dei vaccini anti-Covid da parte dell’Agenzia europea del farmaco consentiranno di iniziare i percorsi vaccinali più o meno simultaneamente in tutti i Paesi europei», mentre «di fatto i numeri di dosi di vaccino che saranno disponibili nel Regno Unito saranno assai limitati». Il percorso di valutazione di tutte le informazioni disponibili nei dossier sottoposti all’Ema, inoltre, «sarà un processo straordinariamente rigoroso, e questo deve essere evidenziato perché è la migliore garanzia rispetto ai profili di sicurezza» del vaccino. Per quanto riguarda la tempistica, Locatelli pensa che «entro la fine dell’estate o i primi mesi dell’autunno» 2021, «dovremo avere completato tutto il piano di somministrazione» del vaccino anti-Covid, arrivando quindi a concludere sull’intera popolazione «quella che a tutti gli effetti può essere definita la più grande campagna di vaccinazione di massa che ha mai avuto corso nel Paese». Anche secondo Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco, nel Regno Unito potrebbero esserci più problemi che vantaggi: «Nessuno ha visto favorevolmente l’uscita in solitaria del Regno Unito» sul vaccino anti-Covid, «che è determinata principalmente da motivi politici. Ritengo che abbiano deciso questa accelerazione per mostrarsi in linea con la loro uscita dall’Europa. Credo però che così si creino problemi in più, piuttosto che risolverli. Con i piccoli quantitativi che avranno e che hanno annunciato, cioè 400mila dosi, anzi fiale, io credo che, se fossi in quella situazione, avrei seri problemi a scegliere chi vaccinare. Le dosi che arriveranno in Italia dello stesso vaccino saranno almeno 5 volte o 10 di più. E ci consentiranno di vaccinare precise categorie su tutto il territorio nazionale. Un conto è usare 2 milioni di vaccini al mese, un conto è usarne piccole quantità che creano seri problemi di distribuzione equa sul territorio».
 
RUSSIA E TURCHIA

Intanto anche il leader russo Vladimir Putin ha chiesto di iniziare la vaccinazione su larga scala alla fine della prossima settimana, mentre la Turchia prevede l’avvio delle vaccinazioni dall’11 dicembre, partendo con 20 milioni di dosi del vaccino cinese Sinovac.

Intanto, sempre l’Ema ha avviato una revisione continua del vaccino di Janssen-Cilag, azienda del gruppo Johnson & Johnson. È il quarto, dopo quelli di Astrazeneca, Pfizer e Moderna, per cui viene avviato il cosiddetto iter accelerato di “rolling review”.

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IL PIANO IN ITALIA

Sul fronte italiano, Speranza ha illustrato - prima al Senato e poi alla Camera - quelli che ha definito gli «assi portanti» del Piano per i vaccini Covid. L’Italia ha opzionato 202.573.000 dosi di vaccino, che rappresenterebbero una dotazione sufficientemente ampia per poter potenzialmente vaccinare tutta la popolazione e conservare delle scorte di sicurezza. Le prime dosi saranno disponibili da gennaio e le due aziende Pfizer e Moderna - il via libera Ema è atteso rispettivamente per il 29 dicembre e il 12 gennaio - nel primo trimestre del 2021 dovrebbero fornirne all’Italia 8,749 milioni e 1.346.000. Per la vaccinazione la precedenza verrà data a tre categorie prioritarie: personale sanitario, personale e residenti delle Rsa, anziani. Poi si procederà con il personale dei servizi essenziali come gli insegnanti e il personale scolastico, le Forze dell’ordine, il personale delle carceri e dei luoghi di comunità. La vaccinazione su larga scala, cuore della campagna vaccinale, sarà tra la prossima primavera e l’estate. Ancora da decidere se quella degli studenti verrà inclusa tra le prime categorie sottoposte a immunizzazione. Per la distribuzione dei vaccini, inoltre, saranno coinvolte le Forze armate. Nella fase iniziale, l’immunizzazione avverrà negli ospedali o in unità mobili. Poi, saranno gradualmente coinvolti anche medici di famiglia e pediatri, e si pensa a spazi ampi per le somministrazioni, come palestre o stadi. Ventimila gli operatori che saranno messi in campo per questa mega campagna vaccinale, tra medici, infermieri, operatori sanitari. Ma si punta a coinvolgere pure gli specializzandi in Medicina.

Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 00:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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