Coronavirus Mers, uomo positivo al "virus dei cammelli": sconosciuta l'origine del contagio. E i virologi si dividono

Il paziente ad Abu Dhabi non ha avuto contatti con animali, compresi i dromedari, né consumato alimenti da essi derivati. Nessuno dei 108 contatti del paziente sottoposti a test e sorveglianza è risultato positivo

Mercoledì 26 Luglio 2023
Coronavirus Mers, uomo positivo al "virus dei cammelli": sconosciuta l'origine del contagio. E i virologi si dividono

Il virus della Mers, coronavirus trasmesso dai cammelli, torna a contagiare. Un ventottenne di Al-Ain, ad Abu Dhabi, ha contratto il Middle East Respiratory Syndrome Coronavirus. Lo ha reso noto l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il paziente ha presentato malessere a inizio giugno e si è recato più volte in un centro medico privato tra il 3 e il 7 giugno 2023, lamentando vomito, dolore al fianco destro e disuria (dolore durante la minzione). L'8 giugno, all'ennesima visita, il paziente è stato ricoverato con una sospetta pancreatite con danno ai reni e un'infezione. Dopo qualche giorno è stato trasferito in condizioni critiche in terapia intensiva dove è stato sottoposto a ventilazione meccanica. La diagnosi di Mers è arrivata lo scorso 23 giugno. Al momento, le autorità sanitarie stanno ancora indagando sulla fonte del contagio: il paziente non ha avuto contatti con animali, compresi i dromedari, né consumato alimenti da essi derivati.

Nessuno dei 108 contatti del paziente sottoposti a test e sorveglianza è risultato positivo. Questo nuovo caso, riferisce l'Oms, non cambia la situazione di rischio globale: «L'Oms prevede che ulteriori casi di infezione da MersCoV verranno segnalati dal Medio Oriente e/o da altri Paesi in cui MersCoV circola nei dromedari», si legge nel rapporto. Dal 2012 a oggi, sono stati registrati 2.605 casi di Mers; ammonta a 936, invece, il numero di decessi.

Pregliasco: «Reagire vigilando senza allarmismi»

«Questa segnalazione dell'Organizzazione mondiale della sanità sulla Mers, così come altre, evidenzia la capacità e la sensibilità di un sistema che ormai in tutto il mondo si è attivato», anche alla luce della pandemia di Covid-19, per intercettare possibili campanelli d'allarme sul fronte infezioni. Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano, accoglie positivamente l'alert lanciato dall'Oms su un caso di sindrome respiratoria medio-orientale causata dal coronavirus Mers-CoV, registrato negli Emirati Arabi Uniti. «È fondamentale - spiega l'esperto all'Adnkronos Salute - che a questo segnale faccia seguito un'azione che non deve essere emergenziale o di allarme, bensì una reazione ordinaria, ma sistematica, di indagine epidemiologica». Nell'eventualità, prospettata dall'agenzia ginevrina, che a questo caso ne seguiranno altri, sarà cruciale per Pregliasco vigilare così da «capire la dimensione e la diffusione geografica delle infezioni e la catena di contagio».

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Bassetti: «No allerta su virus cammelli, è con noi da un decennio»

«Da quando la Mers ha iniziato a diffondersi, cioè fondamentalmente circa 10 anni fa, abbiamo sempre avuto dei casi o d'estate o durante i pellegrinaggi verso la Mecca. Non c'erano stati per qualche anno, ma probabilmente c'era stato anche un minore interesse all'argomento. Io credo assolutamente che non sia un problema». Non ci deve essere particolare allerta per la Mers, spiega Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. «È giusto comunque segnalare il caso - puntualizza Bassetti - ma deve rimanere una cosa da sapere e tenere in considerazione nell'ambito degli esperti, per far sì che se uno proviene da quelle aree e ha una polmonite atipica» i medici «possano ricercare» anche il virus Mers «tra gli agenti potenziali. Però non è un alert sul "virus dei cammelli", perché sono oltre 10 anni che ci fa compagnia in estate o in generale».

Ricciardi: «Contro Mers non c'è vaccino, serve attenzione» 

Il nuovo caso di Mers «è un fatto, tra molte virgolette, normale, nel senso che i coronavirus hanno questa peculiarità: rispuntano». Contro questa infezione però «non abbiamo gli strumenti vaccinali, per cui dobbiamo essere doppiamente attenti». Così all'Adnkronos Salute Walter Ricciardi, docente di Igiene all'Università Cattolica, in merito alla segnalazione dell'Organizzazione mondiale della sanità che invita gli Stati a una «forte sorveglianza» sulla Mers e sulle altre sindromi respiratorie acute. Un giusto invito, secondo Ricciardi, perché «occorre essere preparati nel momento in cui questi coronavirus rispuntano. Dobbiamo essere pronti a limitare la circolazione, a intervenire». I virus, infatti, «non spariscono. Ci sono, rimarranno, in particolar modo i coronavirus e i virus influenzali. Sono le due categorie di virus che più ci preoccupano. E dove non ci sono vaccini - precisa l'esperto - gli altri strumenti a disposizione sono la sorveglianza e la preparazione. In questo caso dobbiamo essere pronti».

Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 13:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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