Animal House/di Marco Pasqua - Se il cane diventa un peso con lo stop allo smart working

Martedì 1 Novembre 2022 di Marco Pasqua
Animal House/di Marco Pasqua - Se il cane diventa un peso con lo stop allo smart working

C'è un dato inquietante, che racconta una delle conseguenze nefaste del boom di adozioni (e acquisti) di animali durante la pandemia.

Sì, quando tutti erano costretti a stare a casa e l'illusione di poter avere più tempo a disposizione, li spingeva a trovare dei modi per riempire quel vuoto. Quella realtà viene fotografata bene da un'indagine svolta da YouGov e commissionata da Readly. Intanto, sulla scelta di quale animale accogliere, a vincere era stato il cane (43% degli italiani), seguito da gatto (39%), e poi via via da pesci (12%), uccelli (10%), criceti e cavie o conigli (6%), rettili (4%). E ora che la pandemia (appare) finita e il tempo che trascorriamo in casa si è ridotto? Ecco allora, che se il 76% dei proprietari è felice della propria scelta, la ricerca evidenzia che invece per alcuni il progressivo rientro in ufficio e l'abbandono graduale dello smart working rappresenta un ostacolo alla cura del proprio animale domestico. Oggi infatti il 16% delle persone rimpiange la decisione di averlo accolto e il 9% afferma di non potersene più occupare. Il 7% non è sicuro di aver fatto la scelta giusta e per il 12% la fine dello smart working ha coinciso con la necessità di affidare il proprio animale a una pet-sitter. Sicuramente meglio della gabbia di un canile.

marco.pasqua@ilmessaggero.it

Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 20:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA