L'apparenza inganna dice chi la vive e la conosce. La Stazione Trastevere appare un pomeriggio qualunque di un sabato qualunque pulita e sorvegliata più del solito, dentro e fuori. Ai margini qualche carrello, un materasso, dei cartoni, resti di giacigli, bottiglie ed erbacce incolte qua e là. Ma lo scenario non dà l'idea di quel che accade davvero nel piazzale e quando cala la notte. «Sotto i portici si raduna il solito esercito di sbandati e senza tetto, un dormitorio che è difficile da arginare» racconta chi lavora o vive intorno alla Stazione.
Ma il problema è un altro e più grave.
La conferma viene dalle risse che spesso scoppiano anche in pieno giorno, i passeggeri vanno e vengono e di rado sono coinvolti mentre chi ha il polso della zona come lo storico giornalaio racconta di «bivacchi notturni, barboni, alcolizzati, tossici e disperati»: La mattina i resti sono inequivocabili: siringhe, vomito, «la stazione puzza spesso pulisco io qui intorno, l'Ama dovrebbe farmi un monumento».
Il viavai va da un negozio di alcolici a poco prezzo allo spiazzale, la stazione si popola all'imbrunire, e come tutti gli scali è punto di ritrovo per tanti disperati. «Giovani e con il reddito di cittadinanza», dice un altro avventore, italiani spesso o profughi. Poco distante c'è Villa Maraini. Vicinissimo il sottopasso - ora tutto sgomberato - dove si radunavano in tanti e che era diventato terra di nessuno. Dato alle fiamme, è ora accessibile. Chi vive nella zona ammette che la sera serpeggia la paura: «Speriamo che il progetto di di riqualificazione cambi davvero il volto della Stazione».
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L'AGGRESSIONE
I primi di agosto una donna di 47 anni è stata aggredita in via Orti di Cesare lungo le scalette che portano alla stazione. Ferita con un coltello al volto, al collo e all'addome è viva per miracolo, è arrivata al vicino ospedale San Camillo in condizioni disperate. Un passante allertò immediatamente i soccorsi, l'aggressore - compagno della vittima che vive di espedienti e ha a suo carico altri precedenti penali - è stato rintracciato e arrestato nei giorni successivi.
Da allora i controlli nella zona si sono intensificati. Nel marzo scorso, un uomo sui settanta anni è morto di freddo e stenti proprio alla Stazione Trastevere, ad accertarne il decesso fu un medico di passaggio, se non fosse intervenuto per caso, quel corpo rigido e inerme, letteralmente gelato, sarebbe rimasto lì chissà per quanto.
Ieri la vigilanza era all'entrata, degli operatori svuotavano i cestini interni, anche ascensori, corridoi, scale e binari erano decorosi. Ma chi conosce la stazione invitava a «non fidarsi delle apparenze, i soliti noti sono sempre qui nei paraggi, poveracci senza prospettive, non mi aspettavo di lavorare in queste condizioni e di conoscerne tanti. Li ho visti morire di droga e stenti, a volte sono anche invadenti ma devi conviverci. Sotto il lock down c'erano solo loro: del resto, non hanno una casa...».