E’ uno dei volti “storici” dell’antagonismo romano. Ha guidato proteste (quasi sempre non autorizzate), ed è vicino a molti centri sociali della Capitale: dallo Spin Time al Corto Circuito fino al Cinema Palazzo, non c’è abuso che non abbia vissuto in prima persona. E per questo, è stato condannato a quasi 4 anni di carcere, per aver preso parte ai tafferugli, nel 2014, nel VII Municipio, contro alcuni esponenti di Militia Christi. Adesso, per lui, un passato anche da consigliere comunale, l’onore di salire in cattedra, grazie agli studenti “okkupanti” del liceo Pilo Albertelli, all’Esquilino. «Corso con Nunzio D’Erme e Osservatorio repressione» recita il volantino diffuso, ieri, dai ragazzi, che hanno preso possesso dell’istituto, impedendo lo svolgimento delle lezioni tradizionali.
Scuola, feste (senza mascherine) e fumogeni per l'ultima campanella: nel cortile c'è il party
LO STOP ALLE LEZIONI
L’occupazione dell’Albertelli è scattata martedì e segue quella del cine-tv Rossellini, all’Ostiense. Spalleggiati dal collettivo Osa – noto per le sue azioni spesso illegali nelle scuole – hanno preso possesso dell’istituto esponendo il classico striscione “Pilo occupato”. Il preside, Antonio Volpe, ha scritto alla polizia, alla prefettura e al direttore dell’ufficio scolastico regionale, senza però chiedere esplicitamente lo sgombero della struttura. Il sottoscritto Dirigente Scolastico – recita la comunicazione inviata alle autorità - declina ogni responsabilità in merito alla sicurezza e all’incolumità del personale e degli studenti che hanno proclamato l’occupazione della scuola. Si chiede di prendere tutti i provvedimenti del caso, comunicandoci i tempi e le modalità di rientro in sicurezza. In particolare sollecitiamo provvedimenti sanitari da adottare, in quanto in questo stato di occupazione non possiamo garantire il rispetto delle normative anticovid».
«Le occupazioni sono sempre un danno – sottolinea Mario Rusconi, capo dei presidi di Roma - sia per la didattica che per l’educazione civica dei giovani. Da che mondo è mondo non hanno cambiato di un millesimo la situazione della scuola italiana: anzi, l’hanno peggiorata, visti i danni che ci sono da riparare». Quanto all’incontro con D’Erme, spiega: «Quando si organizzano corsi, bisogna fare in modo che ci siano persone di prestigio culturale, e non dei feticci ideologici che servono solo a dividere e a fare confusione».