Nella ridda dei test Covid iniziano a sparire i tamponi: lo denunciano i medici di base di Roma, da Tor Bella Monaca al Tufello, a Torpignattara.
Caos certificati
Lo scompiglio è tale che c’è chi non riceve nessun referto per giorni e chi, per paradosso, ne ha ottenuti 3 tutti insieme, per lo stesso esame. Con 2 risultati diversi. «Una signora - riprende Lepore - proprio oggi si è presentata qui nel mio studio, in via Pasinetti, mostrando i fogli: due referti dicevano che il tampone era positivo, ammettendo però che c’erano discrepanze con il codice fiscale, mentre l’ultimo referto, quello almeno all’apparenza corretto, dava esito negativo». Davanti a questa girandola di carte con informazioni contrastanti, si è reso necessario comunque ricorrere ad un altro tampone. «Il sistema sanitario del Lazio è uno dei più produttivi sul fronte tamponi, purtroppo davanti a queste cifre può succedere che qualche test vada smarrito», spiega Pier Luigi Bartoletti, segretario romano della Fimmg, la federazione dei medici di medicina generale. Più tardi però arriva l’esito del test, più lentamente scattano le procedure di tracciamento, avvertono i dottori. L’iter si mette in moto solo quando un paziente da caso sospetto diventa positivo a tutti gli effetti. «Aspettare 10 giorni fa saltare qualsiasi contact tracing», riprende la dottoressa Papa di Torre Gaia. C’è chi per accorciare la trafila ricorre a vie traverse. «Un paziente, dopo una settimana di attesa senza risposte - racconta Andrea Beccari, medico di base a Centocelle - ha chiesto aiuto a un amico dottore, che lavora in un importante ospedale romano. Ha avuto l’esito in pochi minuti. Ufficiosamente, perché dalla Asl a tutt’oggi non ha ancora ricevuto nulla».