Dottoressa Patrizia Laurenti, professore associato di Igiene dell’università Cattolica-Policlinico Gemelli, ora, quali errori non vanno commessi?
«Continuare a proteggere gli ospedali controllando focolai quali rsa e famiglie. Dopo due mesi di lavoro intensissimi gli operatori potrebbero abbassare la guardia».
Coronavirus Lazio, L'allarme dei medici: «Tremila tamponi ancora da fare prima della Fase 2»
Coronavirus, la Regione Lazio: «Tamponi estesi a pazienti con sintomi lievi»
La preoccupa la fase 2?
«Mi chiedo quante mascherine saranno indossate come si deve o ciondoleranno dalle orecchie. Mi chiedo se le istituzioni sapranno rispondere alle esigenze dei cittadini. Ovvero: io accetto di non salire se è troppo pieno l’autobus, ma dopo 5 minuti ne deve passare un altro. Implementare i servizi pubblici. Così si garantisce la sicurezza e il ritorno alla vita dei cittadini».
Tamponi, riaperture, tutto si sposta sul territorio.
«Gli operatori stanno facendo il massimo ma sono pochi, soprattutto i medici dei dipartimenti di prevenzione, la linea guida dovrebbe essere ora potenziare il territorio ma non so siamo in tempo, se ci sono medici, assistenti sanitari e tecnici della prevenzione. Mentre in questo momento potrebbero fare la differenza, occuparsi di sorveglianza e prevenzione. Gli ospedali ora sono in sicurezza, potenziati. Ma la partita si sposta sul territorio con diagnosi precoce e tempestiva, trovando subito i contatti e isolandoli. Ma servono strutture convertite, abbiamo abbassato l’ampiezza della curva epidemica ma alcuni contesti come rsa famiglie ospedali vanno attenzionati».
Cosa può accadere dopo il 4 maggio?
«È necessario dal punto di vista sociale permettere di cominciare a pianificare una vita, non dico come prima. Ma mi preoccupa la prontezza del territorio e la disponibilità di risorse umane formate».
Vede errori intorno a lei?
«Non si effettuano le manovre nel modo giusto.
Coronavirus Roma, la dottoressa del Gemelli: «Dalle residenze alle famiglie, guardia alta su possibili focolai»
Mercoledì 29 Aprile 2020 di Raffaella TroiliPrendiamo il lavaggio delle mani si parla del tempo ma non dei movimenti, vanno insegnati. Le mascherine sono diventate un accessorio, i guanti vanno usati quando si manipolano alimenti, per il resto meglio puntare sull’igiene delle mani. Fondamentale ripeto potenziare i servizi per la popolazione, ora tocca alle istituzioni mettere in campo soluzioni che permettano di vivere rispettando le regole. Su mare e centri estivi, gli organizzatori dovranno rispettare distanza, igiene respiratoria e delle mani, non vedo differenze. Dopo due mesi, di più non si può fare».