Benzina, rincari record da Roma Nord all’Eur: il self supera i due euro. «Ormai si compra un litro di tasse»

I prezzi nei distributori in città superiori di 20 centesimi rispetto alla media regionale

Venerdì 23 Febbraio 2024 di Giampiero Valenza
Benzina, rincari record da Roma Nord all’Eur: il self supera i due euro

Tutte le mattine migliaia di pendolari romani, da qualche settimana a questa parte, stanno avendo una brutta sorpresa: i prezzi della benzina sono cresciuti. E fare un pieno si trasforma in una sorta di salasso. Ci sono già i primi distributori di benzina, a Roma, che hanno superato i 2 euro al litro al self service. Accade non più solo sul Grande raccordo anulare, ma anche in pieno centro, a viale Parioli, dove per un litro si è arrivati a 2,019 euro. Poco distante da lì, a piazza Galeno, si risparmia giusto qualche piccolo centesimo: 1,919 euro al litro. In piazza Mameli Zoagli, a pochi passi da via Cristoforo Colombo, il distributore mette in evidenza 2,139 euro al litro come prezzo servito e sottolinea un "-20" come offerta scontata per cercare di contenere i costi. Sta di fatto che tutti questi sono ben al di sopra del prezzo medio regionale che si attesta a 1,825 euro per il diesel e 1,854 per la benzina. Basta un confronto sulla base dell'ultimo mese per rendersi conto della crescita. A metà gennaio il prezzo medio del diesel era a 1,773 e della benzina era a 1,810.

LA CRESCITA

«Il prezzo medio regionale della benzina viene stabilito sulla base del self, mentre gasolio e gpl hanno valori basati prettamente sul servito - spiega Franco Cerasoli, vicepresidente di Angac, l'Associazione nazionale dei gestori autonomi dei carburanti e membro del consiglio direttivo di Confsal - A Roma e nel Lazio nell'ultimo mese c'è stato un aumento di venti o trenta centesimi in più al litro e tutti questi sono soldi che non vanno al gestore o alla compagnia». «Ci sono alcuni quartieri che ne soffrono più di altri perché risentono di logiche di mercato che costringono ad alzare i prezzi - prosegue Cerasoli - Sarebbe invece necessario esporre anche il prezzo di cessione del carburante all'esercente, in modo tale che l'utente può rendersi facilmente conto che non siamo noi ad alzare i costi in modo arbitrario».

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LE OFFERTE

Si ripetono in strada le scene di chi rallenta prima di entrare al distributore, guarda il prezzo e desiste, sperando di trovare poco più in là, o nel quartiere vicino, un prezzo più basso.
Ieri, racconta Cerasoli, «un automobilista ha messo cinque euro al self. È andato alla pompa, ha messo la benzina nel serbatoio e, rimettendo in moto, si è reso conto che la spia del serbatoio non si è mossa per niente. Di botto si è fermato e se l'è presa con l'esercente pensando non avesse erogato quanto dovuto, con l'operatore che ha cercato di spiegare che con quei cinque euro non poteva pretendere un pieno». Sotto accusa anche il cartello dei prezzi medi regionali.
«Questo sistema ha dimostrato di non funzionare - racconta Roberto Di Vincenzo, presidente di Fegica, la Federazione gestioni impianti, carburanti e affini - Il consumatore, ormai compra un litro di tasse e benzina. Nel costo finale vanno considerate le accise. E poi vanno tenuti presenti i rincari commerciali causati anche dagli scenari geopolitici in corso». «Ma ai gestori degli impianti arrivano sempre tre centesimi al litro. Ci sono gestori che portano a casa novemila euro l'anno», aggiunge.
giampiero.valenza@ilmessaggero.it
 

Ultimo aggiornamento: 06:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA