Roma, la denuncia: «La “buca” sulla Togliatti fuma ancora e sono tornati i nomadi»

Venerdì 14 Luglio 2017 di Laura Bogliolo
Nomadi tornati su viale Palmiro Togliatti

Sono tornati, nonostante la terra continui a fumare, nonostante intorno ci siano solo cenere, detriti e rifiuti di ogni genere. La buca di viale Palmiro Togliatti (così la chiamano i residenti) continua a fumare e a intossicare i residenti del quadrante Don Bosco, Centocelle, Torre Spaccata. E i nomadi scampati all'incendio sono tornati a rioccupare il terreno. Sabato 8 luglio un violento incendio divampato in via Carlo Fadda, ha travolto anche l'insediamento abusivo di nomadi lungo la Palmiro Togliatti, poco prima di viale dei Romanisti.

«La buca si sta ripopolando - denuncia Bruno Di Venuta, del comitato di quartiere Torre Spaccata - . Viviamo in una situazione molto critica in quanto la notte e fino alle prime luci dell'alba, nell'area interessata dai roghi, si forma una nube puzzolente che appesta l'aria. Purtroppo nessuno ci ascolta». 
 
LA FUGA - Da anni i rom vivevano in quella buca e quasi quotidianamente venivano accesi roghi, i famosi roghi tossici che hanno avvolto i residenti. Quel sabato i vigili del fuoco hanno impiegato ore a spegnere le fiamme, mentre il fumo nero, denso, i miasmi hanno così allarmato i residenti che molti di loro hanno lasciato gli appartamenti, mentre molti anziani hanno accusato malesseri. «Si sente odore di trielina, abbiamo paura»

TENSIONE E FUMI TOSSICI - «Perché in quella buca da anni bruciano di tutto, ogni tipo di rifiuti, sospettiamo un traffico illecito di rifiuti insomma - spiega Di Venuta - adesso dopo il rogo, i nomadi sono tornati nella buca che continua ancora a fumare: nessuno ci ascolta». Dopo l'incendio i nomadi scampati alle fiamme si erano accampati nel parchetto vicino, mentre montava la protesta dei residenti stremati. «Faranno un altro insediamento qui! Basta, non ce la facciamo più!». Alle 18.30 ogni giorno si incontravano nel parchetto per sensibilizzare le istituzioni sul tema. Alla fine sembrava che i nomadi fossero andati via. «Invece sono tornati ad occupare il terreno privato, ricomincerà tutto come prima, ma perché nessuno gli impedisce di continuare a fare questo scempio?» le parole di Di Venuta. 

L'ESPOSTO - Le proteste della «terra dei fuochi» (Centocelle, Don Bosco, Tor Sapienza, Torre Spaccata, Collatina) sono arrivate alle Procura della Repubblica. Pamela Strippoli, consigliere FdI del Vi Municipio, ha presentato un esposto firmato da oltre 500 cittadini. «Ma - dice - lo faccio come avvocato e residente, non come politica». 

RICHIESTE INASCOLTATE - Per anni i residenti avevano chiesto di sgomberare e bonificare la buca che sabato 8 luglio è andata a fuoco sprigionando fumi tossici. «Il giovedì prima avevamo avuto un incontro nel VI Municipio, ma ci avevano detto che non c'erano i soldi....e poi c'era il problema che il terreno è privato» racconta Di Venuta. Un privato che già in passato aveva pagato per bonificare e pulire e recintare la zona. Ma i nomadi sono sempre tornati. «E' vero non avevamo i fondi - spiega Katia Ziantoni, assessore all'Ambiente del VI Municipio - abbiamo impiegato 45mila euro per lo sgombero dell'area di via Aspertini, vicino al liceo. I fondi sono stati trovati dal Dipartimento Ambiente spostandoli da La Barbuta - aggiunge - Per lo sgombero molto più impegnativo in viale Palmiro Togliatti avremmo avuto bisogno di circa 80-100mila euro, soldi che non avevamo. abbiamo chiesto da tempo alle forze dell'ordine, a cominciare dai vigili, maggior impegno per i controlli e ci siamo appellati anche alla Prefettura».

laura.bogliolo(chiocciola)ilmessaggero.it 



 

Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 17:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA